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Covid, Andrea Crisanti contro Giuseppe Conte: "Alzano? Con la zona rossa si potevano evitare quattromila morti"

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L’infezione da Covid era diffusa ad Alzano già l’11 febbraio 2020, dodici giorni prima della scoperta del primo contagiato. La conferma arriva da Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, che ieri ha depositato la sua perizia alla Procura di Bergamo, dove si sta indagando sulla gestione della prima ondata di Covid 19 nell’area che ha avuto più morti al mondo. “Quando fu scoperto il primo contagiato, domenica 23 febbraio 2020, all’ospedale di Alzano c’erano già 100 persone affette dal Covid”, ha fatto sapere l’esperto, stando a quanto riporta il Fatto Quotidiano.

 

 

 

Nella sua relazione, un centinaio di pagine, Crisanti ha confermato quindi che il virus fosse già in circolazione da giorni. E non solo. Ha sottolineato pure che ci sarebbero stati dei ritardi nella chiusura dell’area, che il governo avrebbe dovuto dichiarare zona rossa. Se il lockdown fosse stato deciso in anticipo, si sarebbero potuti evitare – secondo il microbiologo – tra le 2mila e le 4mila vittime.

 

 

 

“Io ho ricostruito gli eventi e individuato le criticità. Non indico responsabilità: quelle le dovrà decidere la Procura. Spero che la mia relazione possa aiutare chi indaga, so che il procuratore vuole dare alle famiglie la verità su quello che è successo”, ha spiegato Crisanti. Che ha parlato anche di come sia stato difficile il suo lavoro. “Devo ammettere che è stato toccante anche dal punto di vista personale lavorare con il pensiero di migliaia di morti per il virus e di tante storie personali legate a questo disastro. Questo incarico mi ha emotivamente provato”.

 

 

 

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