Carta canta
Bollettino, i morti di Covid sono più del doppio di quelli in terapia intensiva: cifre taroccate, cosa c'è dietro?
434 decessi a causa del Covid solo nella giornata di martedì 18 gennaio. Eppure i morti deceduti per via del virus nelle terapie intensive sono molti meno. Come è possibile? Ogni giorno infatti ci sono più di cento malati che entrano nelle intensive di tutto il Paese, altrettanti che escono. Chi lascia questi reparti o guarisce o muore. E anche se il bollettino del ministero della Salute fornisce solo il numero degli ingressi, basta poco a calcolare in quanti sono usciti. A prendere in mano la calcolatrice per fare chiarezza è Il Tempo che ricorda la stima fatta da Andrea Crisanti in merito alla probabilità di sopravvivere in terapia intensiva. Quest'ultima a detta del virologo sarebbe di circa il 50 per cento. "Significherebbe - sono le cifre - che di questi 951 pazienti usciti nell'ultima settimana, 475 sono morti. Circa 67 al giorno".
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Se al contrario non sopravvive nessuno, ogni 24 ore avremo circa 135 decessi nelle rianimazioni di tutta Italia. "Come è possibile, allora, che il bollettino quotidiano del Ministero ci fornisca numeri molto più alti? La media dell'ultima settimana è addirittura di 323 vittime al giorno. Dove muore la maggioranza dei malati di Covid? Come è possibile che perdano la vita in un altro reparto?", sono le domande che si pone il quotidiano romano.
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Le stesse rivolte in tv da Crisanti: "È una cosa che bisognerebbe dire perché i 300 morti non sono giustificati dai posti occupati in terapia intensiva". Insomma, i decessi potranno essere anche al di fuori delle intensive. "La matematica non è un'opinione, si vede in un attimo che è così". A denunciare il caos dei numeri anche Matteo Bassetti: "Se il medico scrive 'positivo al tampone' automaticamente purtroppo il paziente viene classificato con un decesso avvenuto per il Covid. È un argomento che dovrebbe essere affrontato, magari analizzando". Ammissioni che danno parecchio da pensare.