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Vaccino, giallo sul vero numero di immunizzati: indiscrezioni-choc dagli ospedali italiani

Claudia Osmetti
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Solo ieri ne han sospesi 38 a Catania, un'ottantina a Foggia, sedici a Belluno. Ci mancava giusto la carica dei medici no-vax. Quelli che sono in prima linea da quando è iniziata questa benedetta (si fa per dire) pandemia e quelli che dovrebbero averli visti da vicino, gli sfaceli del covid. I pazienti intubati e le terapie intensive piene (per inciso, zeppe di altri no-vax: ce lo raccontano i dati di qualsiasi monitoraggio). E invece no. Loro, i camici bianchi contrari alla prima dose (figuriamoci a tutte e tre), il braccio non ce lo mettono neanche per sbaglio. E, in alcuni casi, non ci mettono nemmeno la faccia: stanno andando a scovarli i Nas, stanno andando a pizzicarli le commissioni delle varie Asl del territorio. Perché ci sono pure i furbetti che pensano di farla franca con poco. «A quei colleghi che credono che i controlli siano fatti all'acqua di rose posso solo dire che si sbagliano, sottovalutare le misure che si stanno prendendo è un errore». 

 

 

 

 

Filippo Anelli è il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri e vuole vederci chiaro perchè «è inaccettabile che oggi, nel 2022, ci siano ancora dottori e professionisti che non credono nel vaccino». Ecco, appunto. Però alla conta dei fatti è così. Anelli, che è uno serio e non parla per sentito dire, parte dai numeri. Le impietose cifre degli anti-scienza tra gli scienziati che, se i tempi che corrono non ci avessero abituati a ben altro, verrebbe da pensare a una barzelletta. Persino di quelle bruttine. C'è niente da ridere. «Ufficialmente risulta che il 7,2% dei medici non è a norma con le regole sulla vaccinazione, tuttavia a monte ci sono errori di comparazione tra l'anagrafe dell'ordine e quella del green pass che non tengono in considerazione le differenti casistiche», spiega Anelli. «In quella percentuale, cioè, sono ricompresi anche i colleghi che legittimamente non possono essere vaccinati perchè magari hanno una malattia auto-immune che non lo consente o perché il coronavirus lo hanno preso negli ultimi mesi e quindi sono costretti, come tutti, ad aspettare. Inoltre ci sono anche i medici vaccinati all'estero che, chissà perché, almeno in un primo momento, non venivano riconosciuti dai sistemi informatici. In questi giorni l'ordine ha sospeso 1.972 persone ed è ragionevole pensare che continueranno a salire perchè le verifiche sono in corso. Le stime che abbiamo fatto ipotizzano una percentuale reale che va dal 3 al 4%. È quello lo zoccolo duro dei medici che non hanno prenotato, e non intendono farlo, la puntura vaccinale». Mica è poco. In Italia i medici professionisti sono all'incirca 470mila. Il 4% di 470mila è 18.800: significa che nei nostri ospedali, nelle nostre sale operatorie, nelle nostre corsie, nei nostri ambulatori e persino nei nostri pronto soccorso c'è un esercito di quasi 19mila medici che il vaccino non solo lo sconsigliano, ma non se lo sono proprio inoculato. 

 

 

 

 

«Le esenzioni, i differimenti e le giustificazioni, adesso, possono essere firmati solo dal proprio medico di famiglia o da un medico vaccinatore, in più le Asl (le Aziende sanitarie locali, ndr) vagliano questi documenti con scrupolosità», specifica Anelli: insomma, non è così semplice aggirare le regole anche per quelli irriducibili che magari ci stanno provando. «Occorre comunque fare un distinguo», prosegue l'esperto, «i medici convenzionati col servizio pubblico, a seguito della sospensione, perdono subito lo stipendio. $ una misura che impatta immediatamente. Infatti, quando è scattato l'obbligo molti di loro hanno rivisto le posizioni più scettiche sul vaccino. Per i liberi professionisti è un po' diverso anche se dovrebbero oramai averlo capito: qui intervengono i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità che, tanto per cominciare, sequestrano lo studio». Come a dire, poi son dolori. «$ nel giuramento che abbiamo fatto quando siamo usciti dall'università», Anelli non ci gira attorno, «primo non ledere, anzitutto non danneggiare gli altri. Non deve proprio sfiorare la mente che un medico possa infettare un suo assistito perché non si è fatto il vaccino. Non è solo buonsenso, è un principio che ha sempre guidato la categoria». Amen.

 

 

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