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Alcoltest, hai bevuto troppo? L'auto non parte: estremi rimedi, ecco da quando (in Italia)

Claudia Osmetti
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D'accordo, è anzitutto una questione di sicurezza (lo sapete quanti incidenti stradali sono causati dalla guida in stato di ebbrezza? Circa il 10%). Però è anche una rivoluzione perché, qui, le automobili come le abbiamo sempre conosciute rischiano di finire dal rottama-carrozze. Non dovete temete perla vettura già in vostro possesso, lei va ancora bene così come l'avete immatricolata. Ma se state pensando di cambiarla, ecco, ci sono delle novità. Dal 6 luglio prossimo, infatti, tutte le automobili di nuova omologazione dovranno avere al loro interno il "registratore di dati eventi" (cioè una piccola "scatola nera") e l'"interfaccia alcolock" (ossia una sorta di alcol-test digitale). Lo vuole l'Europa, manco a dirlo: lo prevede infatti il regolamento comunitario numero 2144 del 2019 che, in questi giorni, spinge sull'acceleratore e diventa sempre più concreto, arriva fino all'autorimessa. Premessa (siam mica tutti piloti): l'omologazione non è l'immatricolazione, anche se fa rima, e questo vuol dire che la misura scatta sì, tra una manciata di mesi, ma per avere i device di serie sul cruscotto alla destra del volante, potremmo dover aspettare qualcosina in più. Il concetto, tuttavia, non cambia.

 

Prendete l'alcolock: non serve chissà quale padronanza dell'inglese per capire, già dal nome, in cosa consista. Alcol-lock, lucchetto per l'alcol. È un dispositivo in grado di rilevare, grazie a una serie di sensori che dire sofisticati è poco e che vengono installati nell'abitacolo, se la persona seduta al posto di guida sia alticcia o meno. Tu te ne stai lì, dopo una serata in birreria con gli amici, allunghi la mano per afferrare la cintura e intanto l'alcolock fa tutto da solo: se di pinte ne hai bevuto a malapena una, non sei un neopatentato e magari è passata pure qualche mezzo' ora dall'ultimo brindisi, te la cavi. Se invece hai alzato il gomito mentre c'era la partita, non se ne parla punto. Non solo la macchina te lo fa notare, ma non parte proprio. Non si avvia. Il motore non gira. E tu rimani sul sedile, a cercare nel vano sopra il quadrante se, per caso, t' è rimasto qualche biglietto del tram.

 

L'alcolock sarà tarato, a seconda dei Paesi (la sua introduzione è, appunto, europea), in base ai vari limiti alcolemici previsti dalle normative. Da noi - lo insegnano in una delle prime lezioni di scuola-guida - è di 0,5 grammi per litro: scavallata questa soglia si piomba dritti dritti in quella che non è mai una buona notizia per gli avvocati (lo stato di ebbrezza) che, oltre a infarcire una buona dose di articoli del Codice della Strada, può costare anche qualcosa come dieci punti secchi sulla licenza di guida - e questo, naturalmente, al netto degli incidenti che l'abuso di alcol può provocare. Ora l'Unione Europea vuole metterci una pezza (verrebbe da dire: un freno), prevedendo l'obbligo di inserire l'interfaccia di questo dispositivo (che potrà essere montato anche successivamente) sulle nuove auto.

Un po' come per la "scatola nera" (che in inglese è la Edr, l'Event data recorder), questo "registratore" che è in grado di ricordare tutto quel che avviene, a bordo di una berlina o di quel che è, negli istanti subito prima e subito dopo i sinistri stradali. Una manna per gli agenti assicurativi, anche se, stando alla normativa Ue, i dati che, da noi, dovrà per forza immaganizzare riguarderanno appena quelli relativi alla velocità, alla frenata, alla posizione e all'inclinazione del veicolo rispetto alla carreggiata, allo stato e alla frequenza di attivazione dei sistemi di sicurezza o di prevenzione che erano presenti sul mezzo al momento dello (speriamo di no) schianto. La scatola nera, infine, non sarà disattivabile a uso e consumo del guidatore e i dati, Bruxelles ne ha fatto un punto chiaro, saranno «protetti da manipolazioni e abusi».

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