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Foibe, "gli italiani piegati come gli ebrei": la circolare del ministero scatena il caos, insorgono Anpi e sinistra

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Il Giorno del ricordo in memoria delle foibe porta sempre con sé delle polemiche. Questa volta nella bufera ci è finito Stefano Versari, capo dipartimento del Ministero dell'Istruzione, "colpevole" di una circolare diffusa nelle scuole italiane. Il passaggio più criticato recita: "Il Giorno del ricordo e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a comprendere che, in quel caso, la 'categoria' umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla 'categoria' degli ebrei. Con una atroce volontà di annientamento, mai sperimentata prima nella storia dell’umanità. Pochi decenni prima ancora era toccato alla 'categoria' degli Armeni". 

 

 

 

L'accostamento dei massacri delle foibe alla Shoah e al genocidio degli Armeni ha fatto infuriare l'Anpi, che ha bollato come "assurdo" questo paragone: "Chiediamo urgenti lumi al ministro dell'Istruzione su questa comparazione che consideriamo storicamente aberrante e inaccettabile", ha fatto sapere Gianfranco Pagliarulo, il presidente nazionale dell'Associazione. Il ministro Patrizio Bianchi, poi, è intervenuto dicendo che "ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore". 

 

 

 

A commentare l'accaduto sono stati anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, ed Emanuele Fiano del Pd. Il primo ha parlato di "operazione cinica e strumentale che non c’entra nulla con il rispetto del dolore e con la verità storica. Se poi ci si mettono pure i burocrati del ministero dell’Istruzione a fare paragoni assurdi e a equiparare l’Olocausto con la tragedia delle Foibe, significa che si è superato ogni limite nella banalità. A questo punto, forse l’esame di maturità dovrebbero farlo i collaboratori del ministro Bianchi e non i 18enni del nostro Paese…". Fiano invece ha detto che "è grave che un simile errore storico sia portato avanti proprio dal ministero dell'Istruzione".

 

 

 

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