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Omicron, il guaio che il bollettino non mostra: contagi e morti? No, il nodo dei guariti

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La situazione epidemiologica dell’Italia continua a essere sotto controllo, anzi negli ultimi giorni è in lieve miglioramento grazie a un numero maggiore di guariti rispetto a quello dei nuovi casi di Covid. Gli attualmente positivi sono così scesi a 1.205.102: dato ancora elevato, che testimonia come Omicron e le sue sottovarianti stiano ancora circolando con forza, ma che è in sensibile miglioramento rispetto alla scorsa settimana.

 

 

Il bollettino di oggi, lunedì 2 maggio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 18.896 contagiati, 45.512 guariti e 124 morti a fronte di 122.444 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è stato rilevato al 15,4% (+1,3 rispetto a ieri). Come sempre i dati del lunedì non sono del tutto attendibili, dato che i nuovi casi risultano sempre sottostimati mentre i ricoveri aumentano perché vengono conteggiati anche quelli del fine settimana. Per quanto concerne il sistema sanitario, la pressione continua a rimanere ampiamente gestibile, nonostante il leggero aumento: oggi il saldo dei ricoverati Covid in reparti ordinari è +56 (9.794 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è +2 (368) a fronte di 32 nuovi ingressi.

 

 

Nel frattempo arrivano i risultati dell’ultimo studio condotto su Omicron dall’Africa Health Research Institute di Durban in Sudafrica: chi si è ammalato di Covid a causa di Omicron BA.1 ha solo una piccola protezione nei confronti delle due sottovarianti più recenti, BA.4 e BA.5. In particolare, i ricercatori hanno studiato 39 persone che avevano contratto Omicron BA.1 e che poi si sono reinfettate con BA.4 o BA.5: 24 di loro non erano vaccinate, le restanti 15 invece si erano ammalate pur avendo ricevuto il vaccino Pfizer o quello Johnson & Johnson.

 

 

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