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Bollettino, giù contagi e morti ma è incubo-sintomi: "Dopo due anni...", la scoperta choc sugli ex ricoverati

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La situazione epidemiologica dell’Italia continua a rimanere sotto controllo, con i dati Covid che continuano a scendere di settimana in settimana, segno che la convivenza con il virus sta proseguendo senza particolari intoppi. E questo nonostante Omicron e le sue sottovarianti continuino a circolare con forza, come testimonia il numero di attualmente positivi: 1.007.863. Evidentemente la barriera eretta dall’alto tasso di vaccinati e guariti sta reggendo più che bene.

 

 

Il bollettino di oggi, venerdì 13 maggio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 38.507 contagiati, 49.734 guariti e 115 morti a fronte di 265.647 tamponi, con il tasso di positività che è stato rilevato al 14,5% (-0,1 rispetto a ieri). I dati sono in sensibile miglioramento rispetto a venerdì scorso, quando i contagiati erano 43.947 e i morti 125. Per quanto concerne il sistema sanitario nazionale, la pressione rimane bassa e sta anche continuando a scendere: oggi il saldo dei ricoverati Covid in reparti ordinari è -251 (7.907 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è +7 (341) a fronte di 44 nuovi ingressi.

 

 

Nel frattempo uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory dimostra che più della metà dei pazienti Covid finiti in ospedali ha ancora sintomi a due anni dal ricovero. La ricerca si è basata su 1.192 persone, con età media di 57 anni, ricoverate tra il 7 gennaio e il 29 maggio 2020: dopo due anni, il 55% dei pazienti riferisce di avere almeno un sintomo legato alla malattia, affaticamento e disturbi del sonno tra i più comuni.

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