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Alberto Zangrillo, "lavativi seriali che distruggono l'Italia": Covid, la frase scatena il caos

Alberto Zangrillo

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"Lavativi seriali". Alberto Zangrillo fa scoppiare la bomba Covid. Poche ore dopo l'allarme della Fondazione Gimbe sul boom di contagi da Omicron che tra poche settimane potrebbe bloccare decine di migliaia di italiani a casa, in un "lockdown di fatto", il prorettore dell'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele nonché medico personale di Silvio Berlusconi, su Twitter, punta il dito su chi approfitta della positività dal Covid per fare il "furbetto". 

 



"Accade che lavativi seriali, positivi al test Covid-19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici". "Così - conclude Zangrillo - si distrugge il Paese". E non solo per colpa della pandemia, ma soprattutto della sua gestione e dell'atteggiamento di molti contagiati. 

 

 

 

Il tweet ha raccolto centinaia di commenti e reazioni, per lo più favorevoli a un complessivo "allentamento" delle misure post-contagio, e in ogni caso si sottolinea come il sistema, tarato sul "primo Covid" meno contagioso ma più pericoloso (soprattutto per la mancanza di vaccino e terapie adeguate) della Omicron e delle sub-varianti che si stanno diffondendo in Italia, debba essere "aggiustato". 

 

 

 

"La cosa logica sarebbe togliere tutto… Tamponi, mascherine, quarantene ecc. dato che è assodato che nulla ha funzionato", fa notare un utente. "È il sistema sanitario che non ti permette di andare al lavoro: io ho fatto 20 giorni di positività, sebbene non avessi sintomi dal quarto giorno, ma non potevo uscire", conferma un follower. "Prof, se non ci fosse l'obbligo di aspettare la negativizzazione,  come imposto dal governo, ma dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi si tornarnasse alla vita normale, senza fare ulteriori tamponi, i lavativi seriali non avrebbero vita facile". "Prima di dare la colpa ai singoli, chiediamoci chi ha reso legittimi tali comportamenti. Il paese viene distrutto da chi fa le norme, non da chi le 'applica'. Se non si chiude definitivamente l'emergenza e tutto il circo mediatico che ci ruota attorno, non ne usciamo".

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