Toccare il fondo

Roma fa schifo, il Vaticano la scomunica: "Degrado umano", foto pazzesche

Sandro Iacometti

Aridatece la Raggi? Può sembrare impossibile, ma tra i romani si allarga la schiera di chi inizia a rimpiangere la sindaca grillina che nei suoi cinque anni al Campidoglio è riuscita a suscitare un'indignazione così trasversale che alla fine, a parte qualche irriducibile pentastellato, ha coinvolto anche i suoi stessi elettori. Per carità, le macerie lasciate in eredità da Virginia probabilmente non potevano essere spazzate via in pochi giorni. Ma a circa nove mesi dal cambio della guardia, scorgere le differenze è un'impresa che fa invidia alla famosa rubrica della Settimana Enigmistica. Con l'aggravante che se la Raggi era costretta un giorno sì e l'altro pure a duellare con Nicola Zingaretti, che non perdeva occasione per fare sgambetti, mentre l'ex segretario dem nonché governatore del Lazio a Roberto Gualtieri fa solo coccole e carezze. Nel tentativo di dimostrare finalmente le straordinarie potenzialità del buon governo targato dem. Ed ecco le conseguenze. I cinghiali c'erano e ci sono ancora. Anzi, sono aumentati e scorrazzano ormai in ogni quartiere della città, anche quelli più centrali e urbanizzati. E allo zoo urbano si sono aggiunti topi, gabbiani, volpi e persino lupi, avvistati qualche tempo alle porte della Capitale. Sul fenomeno flambus, i mezzi pubblici che prendono improvvisamente fuoco, la Raggi era regina incontrastata, ma il sindaco Gualtieri non è da meno. Con l'ultima autocombustione di un bus Atac sulla Laurentina dello scorso 3 giugno, salgono a sei, dall'inizio dell'anno, i veicoli avvolti dalle fiamme. Se il ritmo si mantiene, l'ex ministro può agevolmente battere il record dell'esponente grillina, 228 bus falmbè in 5 anni.

 

 

 


TRASPORTI
Poi ci sono i trasporti pubblici. Qui rivaleggiare con Virginia non era facile. Al sesto mese di chiusura della stazione di Piazza della Repubblica, a causa dei danni provocati dai tifosi del Cska che avevano fatto accartocciare la scala mobile, i romani si erano presentati davanti la metro con una torta e delle candeline per festeggiare il mesiversario. Ebbene, ora ci sono ben 43 stazioni nella capitale senza ascensori o scale mobili, per la gioia di anziani, disabili o semplici viaggiatori con qualche valigia al seguito. Una volta che si riesce ad arrivare sulla banchina, però, c'è tutto il tempo per riposare. Una serie di problemi legati alla manutenzione dei treni (c'è anche chi parla di boicottaggio, proprio come succedeva quando c'erano i grillini al comando) hanno ridotto sensibilmente la flotta circolante. Risultato: i tempi di attesa della metropolitana sono diventati simili a quelli del trasporto regionale, su alcune linee passa un convoglio ogni 15 minuti. Se ai mezzi pubblici preferite auto o motorino, la musica non cambia. Anche su traffico, buche, voragini e dissesti del manto stradale tutto è esattamente come prima.

 

 


MONNEZZA
Mail vero fiore all'occhiello dell'accoppiata Gualtieri-Zingaretti sono i rifiuti. Abbiamo tutti ancora nelle orecchie le continue polemiche del Pd contro la spazzatura che nell'era Raggi invadeva regolarmente le strade, le raccolte a singhiozzo, l'assenteismo selvaggio dei dipendenti dell'Ama (la società municipalizzata di raccolta e gestione dei rifuti). Ebbene, in attesa del termovalorizzatore (se mai si farà), che è l'unica cosa buona per ora prodotta dalla brigata piddina, farvi una passeggiata per le vie di Roma non serve. Anche perché, col caldo torrido, riscihereste di finire intossicati dai miasmi. Basta fare un giro su Facebook e digitare un paio di parole chiave per veder spuntare centinaia di foto con la "monnezza" che straripa ovunque, dalle periferie più degradate alle vie più esclusive del centro storico.

 

 


Insomma, tutto uguale? Non proprio. Il degrado ha raggiunto un livello tale che ha sentito il bisogno di intervenire persino monsignor Benoni Ambarus, Vescovo ausiliario nella diocesi del Papa. In un'intervista con Vatican News l'ex direttore della Caritas della Capitale, parla di rischio di «una vera e propria giungla urbana», di «degrado umano, una corrosione del livello umano e delle relazioni, della capacità di rendersi conto dell'altro e che si vede declinato nel degrado ambientale». «Io penso», ha detto il romeno Ambarus, dimostrando che dopo 26 anni ha imparato bene la lingua di Trilussa, «che ai romani dovrebbe essere dato anche un premio perché arrivano alla fine della settimana senza avere "scapocciato" troppo rispetto alla corsa a ostacoli che devono vivere su tutti i fronti. Fanno un corso di sopravvivenza quotidiana». Dalla politica, ha concluso, Ambarus, serve «uno scatto di dignità a fare delle scelte che sappiano di futuro, non di tornata elettorale», perché «con i veti incrociati mi sembra che cadiamo nel provincialismo» e «questo non è tollerabile per la politica». L'ultima bravata dell'amministrazione Pd ha colpito pure Flavio Briatore e la sua Crazy Pizza, al centro di numerose polemiche negli ultimi giorni per il prezzo delle sue margherite. L'imprenditore è stato costretto a chiudere il locale extra-lusso a Via Veneto per un problema con le forniture di acqua che ha riguardato tutto il condominio. «Alla fine», ha sbraitato, sono arrivati con le autobotti. Roba da terzo mondo».