
Maniscalchi e ferri roventi: i "druidi" della ferratura di Montelibretti

C’è un luogo, alle porte di Roma, dove il tempo sembra essersi fermato. Si odono infatti lo sfrigolio del fuoco ed il martello che batte sul ferro caldo; di sfondo, il nitrito di cavalli che crescono come parte di una famiglia.
Non è un verso di quel Cantico che un regista toscano ha voluto per forza decantarci (come non lo conoscessimo!). E’ una base, militare, a due passi dalla Capitale. E’ il Centro Militare di Equitazione di Montelibretti, comandato dal Colonnello Marco Del Nevo.
Ve ne abbiamo già parlato in passato: è qui che si allevano i campioni, quel binomio cavaliere cavallo che porta lustro all’Italia sui campi di gara di tutto il mondo.
Ricorda Sun Tzu che la vittoria si ottiene quando i superiori e gli inferiori sono animati dallo stesso spirito. Il che, venticinque secoli dopo, si traduce con il fare squadra ed il puntare all’obiettivo a prescindere dal ruolo. Perché la vittoria, vera, sui campi di gara inizia ben prima.
E l’arte della mascalcia è uno step importante.
Come saprete, lo zoccolo del cavallo è un’unghia che va attentamente curata, onde evitare problemi all’animale. Insomma, anche Furia ha bisogno della manicure e di un sano rinforzo rappresentato dal ferro.
Sano perché, per quanto importante, non è facile piazzare il ferro sullo zoccolo. E se l’operazione non è eseguita da mano esperta si rischia di mancare il “pareggio dei ferri”, cioé posizione, altezza del ferro di cavallo su tutte e quattro le zampe. Insomma, pensate voi se doveste camminare con una scarpa bassa ed una più alta quale fastidio sarebbe!
Forni con braci ardenti, pinze e martelli: i maniscalchi di Montelibretti sono i druidi di una tradizione che affonda le sue radici negli antichi popoli nordici (coloro i quali introdussero l’arte della ferratura).
La cura per l’amico a quattro zampe è maniacale: prima ancora del risultato, infatti, conta il benessere dell’animale che (chi monta lo sa) è più un amico ed un collega che… un animale!
Immagine di sfondo: foto di ha11ok da Pixabay
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