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Emanuela Orlandi, "molto vicini a Francesco": perché riaprono il caso

Nello stupore della famiglia che non ne era a conoscenza, il Vaticano riapre il caso sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Era il 1983, quando l'allora 15enne cittadina vaticana scomparve mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica. Un mistero durato anni e che ora potrebbe avere una svolta. Il promotore della giustizia Vaticana Alessandro Diddi ha infatti deciso di avviare nuove indagini. Alla base le rivelazioni del fratello della ragazza, Pietro. Quest'ultimo ha presentato una denuncia alle autorità vaticane a otto anni dall'ultima archiviazione della Procura di Roma.

 

 

In allegato alcuni screenshot delle chat su Whatsapp tra due prelati. "Devi andare per questa strada...(...) Però bisogna risolvere perché questa è una cosa molto grave... (...) lo dobbiamo dire (...) al Comandante della Gendarmeria? (...) No, no, assolutamente... ma che scherzi, assolutamente no!", si legge in uno degli scambi di messaggi.

 

 

I nomi dei due prelati non vengono fatti, ma - riferisce Orlandi - nelle chat vengono tirate in ballo "due persone molto vicine a Papa Francesco", ovvero, dice Orlandi, il cardinale Santos Abril y Castellò - che nel 2014 era presidente della Commissione cardinalizia dello Ior - e monsignor Lucio Vallejo Balda, condannato nel 2016 a 18 mesi nel processo Vatileaks. Questi - spiega il Fatto Quotidiano - sarebbero in possesso "di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela". "A loro ho scritto in privato dei messaggi che hanno visualizzato senza rispondere - disse Orlandi il 22 giugno -. Ci sono dei fatti che possono far chiarezza su quello che è successo a Emanuela, ma queste persone non vogliono andare oltre. C'è chi addirittura parla di segreto pontificio".

Nella denuncia oltre alle chat spuntano le rivelazioni che portarono all'apertura delle tombe del cimitero teutonico di San Pietro che avrebbe custodito i resti, o qualche oggetto di Emanuela fino a poco tempo prima dell'apertura avvenuta l'11 luglio 2019, quando i sepolcri risultarono vuoti. Oltre ai documenti presentati dal fratello di Emanuela, di vitale importanza per la riapertura del caso è il documentario Vatican girl, prodotto da Netflix.