Troppo tardi?

Messina Denaro, le scatole vuote nel bunker: gravi sospetti

Il vero covo di Matteo Messina Denaro è un locale blindato - che gli investigatori definiscono anche "stanza riservata" - un rifugio sicuro, ma temporaneo, è stato individuato ieri 18 gennaio a Campobello di Mazara, in via Maggiore Toselli, nel centro del paese. Si trova vicino alla casa di vicolo San Vito dove il boss ha passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza. Anche qui continuano le ricerche, così come negli immobili di Andrea Bonafede che ha prestato la sua identità al padrino. Il bunker è all’interno di un palazzo a due livelli: al piano terra si accede facendo scorrere il fondo di un armadio che cela una porta blindata. Qui, sono state trovate diverse scatole vuote, alcuni documenti, gioielli, argenteria.

L'appartamento di via Toselli è di proprietà di Errico Risalvato che nel 2019 subì una perquisizione assieme ad altri presunti fiancheggiatori di Messina Denaro. Il fratello Giovanni, imprenditore del calcestruzzo, ha finito di scontare da poco una condanna a 14 anni ed è libero. La chiave per aprire la stanza l’ha fornita lo stesso proprietario spiegando che custodiva lì oggetti di famiglia, senza convincere gli investigatori. Che infatti si sono recati subito sul posto insieme al procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido.

Qui gli inquirenti non hanno trovato quello che speravano di trovare ma questo non significa, riporta il Corriere della sera, che questo covo non sia stato usato da Messina Denaro. Perché dal suo arresto alla perquisizione sono comunque passate 48 ore; un tempo sufficiente a chiunque per svuotare la stanza riservata e portare al sicuro qualcosa che si voleva nascondere. E forse quelle "scatole vuote" ne sono la dimostrazione.