Il sindaco

Roberto Gualtieri vuole rovinare i romani: "Metterò le telecamere"

Francesco Storace

Gualtieri chiagne e fotte. Gualtieri accusa e non si scusa. Con Gualtieri sindaco monnezza e sicurezza fanno rima. Anche nei comportamenti, c’è sempre qualcuno su cui scaricare la colpa. È un mestiere in voga nelle istituzioni: ma nella Capitale si sta esagerando. E lo testimonia la giornata di ieri, che è stata stupefacente, lato Campidoglio. Era il momento in cui tornava in onda una delle rubriche regina dell’emittenza tv locale romana, Rete Oro, Amministratori e cittadini, che fu opera dell’indimenticabile Ivano Selli. Che non tollerava le balle e te lo diceva in faccia. Se ci fosse stato ancora lui, il sindaco sarebbe uscito scorticato dalla tv. Ma all’esordio di un nuovo ciclo televisivo sarebbe stato indelicato e Gualtieri ne ha approfittato. A partire dai rifiuti, dove se ne è uscito in maniera davvero indigeribile: «La situazione è decisamente migliorata rispetto a prima. Ci sono ancora zone dove non è ottimale per varie ragioni. Una è anche quella che i romani, vedendo la città non pulita, in molti hanno iniziato a dare il peggio di sé. È invalsa l'abitudine di molti di lasciare il sacchetto per terra con il cassonetto vuoto».

 

 

 

POI C'E' LA GUERRA...

Sì, avete letto bene, la colpa è dei cittadini, non di scriteriate direttive per le quali i camion della municipalizzata dei rifiuti, l’Ama, caricano l’immondizia che sta nei cassonetti e non quella attorno. E dove la dovrebbero mettere, signor sindaco, i cittadini che pagano la Tari più alta d’Italia e non hanno nemmeno la possibilità di fare la raccolta differenziata? Da quanto tempo ha smesso di circolare in città, il borgomastro di Roma? È incredibile questo primo cittadino. Anziché annunciare di voler potenziare la differenziata, fa lo scaricabarile e passa alle minacce: «Stiamo potenziando le fototrappole e i controlli».

Complimenti di tutto cuore... Poi con le immagini dei cittadini che depositano l’immondizia vicino ai cassonetti stracolmi che ci fa? Dice: ci sono cassonetti vuoti e rifiuti per terra. Ma non dice qual è la spiegazione, il modello di raccolta, appunto. Quelli a terra lì rimangono. Forse la colpa deve essere un pochetto anche di Putin: «Abbiamo ancora cassonetti in condizioni indecorose» ha aggiunto Gualtieri. «La sostituzione è in corso, purtroppo i tempi si sono allungati per effetto della guerra, delle materie prime». Ci «vorrà un po’ di tempo ma il processo è stato avviato». Modello Alberto Sordi, insomma, «c’ha rovinato ’a guera..».

 

 

 

Poi, l’altra grande ipocrisia del sindaco, quella sulla sicurezza. È un sindaco gnegnè. La criminalità è scatenata, la droga come movente, decine e decine di omicidi dallo scorso anno, lui ammette che c’è troppo traffico di stupefacenti; però i segnali che manda questo primo cittadino della Capitale sono i soldi ai centri sociali dove se ne smercia assai.... Si è arrivati a promettere di comprare con i soldi pubblici gli stabili occupati illegalmente dall’estrema sinistra, che poi li otterrà dal Comune per continuare a fare quello che vuole alla faccia dei cittadini onesti. In tantissime strade non c’è illuminazione e la delinquenza ne approfitta. L’opposizione aveva chiesto di tagliare le imposte ai negozi che potevano aiutare a tenere accesa la notte con le loro insegne, vetrine e luci, ma il Campidoglio ha risposto di no. Salvo poi scaricare sul governo l’assenza del prefetto della città (da pochissimi giorni, essendo quello in carica, Frattasi, destinato ad altro incarico).

Tre omicidi spietati negli ultimissimi giorni, regolamenti di conti nella criminalità organizzata, e lui, il sindaco, se la prende col prefetto da nominare. Probabilmente non sa che pesci prendere, Roberto Gualtieri, se nei giorni scorsi si è esibito persino nella faccia feroce con un povero macchinista dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico, al quale vuole far fare una brutta fine per aver avvisato i passeggeri che a bordo dei mezzi c’erano “gli zingari” e che dovevano stare attenti a borse e portafogli. Anziché premiarlo, lo punisce. Chissà se anche questo è colpa del prefetto che deve essere ancora nominato. Tutto questo rappresenta un affresco davvero triste nella vita della Capitale, che continua ad avere un problema in più da risolvere: il sindaco che purtroppo c’è ancora ed è come se non ci fosse.