Infrazioni

Multe, effetto autovelox: è boom, quanto sono costate le infrazioni

Claudia Osmetti

Un miliardo e mezzo. Anzi, qualcosina in più: per essere precisi parliamo di 1,535 miliardi di euro. Sono i soldi (i tanti soldi) che gli italiani hanno speso, e solo nel 2023, per le multe stradali. Uno scontrino, però, che è di quelli salati ed è addirittura sensibilmente rincarato (del 6,4% rispetto all’anno prima e del 23,7% rispetto al 2019). Lo afferma, tabelle alla mano, il quotidiano Sole24Ore che è andato a spulciare i dati del Siope, il sistema telematico del ministero dell’Economia. Eccola lì, la stangata modello verbalino.

Una stangata, tra l’altro, che tocca in massima parte le Regioni del Nord. Piccolo appunto: i numeri del Siope sono gli incassi effettivi, non le multe staccate. C’è differenza. I furbetti, gli stranieri che hai voglia a recuperarli, i turisti che una volta ricevuta la notifica son già volati chissà dove. E infatti la mappa delle infrazioni sanate vira quasi tutta al Settentrione (che vale l’84,3% della torta), mentre al Sud resta un risicato 15,7 per cento.

 

 

 

INCASSI EFFETTIVI

Per capirci: se a Palermo l’ufficio Riscossioni del Comune riesce a farsi pagare a malapena il 12,2% delle multe attestate a bilancio (percentuale che sale al 21% se si mettono sul piatto pure gli arretrati), i colleghi dello stesso dipartimento di Bologna fanno almeno cinque volte meglio, ossia riescono a incamerare pagamenti per il 63,7% dei verbali notificati. Non è poco. E non è poca nemmeno la differenza territoriale. In soldoni (che poi è ciò che interessa) in un anno il Nord-Ovest del Paese incassa 554 milioni di euro per le multe; il Nord-Est altri 347,7 milioni; su per giù quanti ne riesce a incamerare il Centro (392,8 milioni): ma al Sud la cifra crolla a neanche 175 milioni di euro (174,9) e nelle Isole scende fino a sfiorare i 66 milioni (65,8).

Esempio pratico: il Comune di Sondrio (in Lombardia) e quello di Isernia (in Molise), entrambi capoluoghi di provincia, fanno poco meno di 22mila abitanti a testa. Eppure a Sondrio il pagamento pro-capite per le multe è di 30,8 euro, persino in ribasso del 4,8% in un anno; e a Isernia è di appena 2,5 euro e addirittura in rialzo del 21,5%. Colpa dei controlli (sono in aumento), degli indisciplinati al volante (pure), un po’ anche del Covid (che non è più un’emergenza e quindi non ci costringe a restare barricati in casa per il lockdown di turno: anche se questa, come abbiamo visto col corrispettivo pre-virus, è una scusa a metà): il risultato è che dalla multa non si scappa e colpisce (quasi) tutti.

Chi abita nei piccoli Comuni che non arrivano ai 10mila abitanti (238,6 milioni di euro incassati dalle amministrazioni); chi vive nelle cittadine medie di provincia, quelle che contano pressapoco 250mila anime (più 3,3%) e chi la casa, compresa di garage, ce l’ha in una grande metropoli. Prendi Firenze. L’Arno, Santa Maria Novella, gli Uffizi. E poi i suoi autovelox. Nel 2019 Firenze ha totalizzato 38,7 milioni di euro dagli automobilisti “ribelli”, nel 2023 ha messo in cassa la bellezza di 71,8 milioni di euro: che sono un aumento più della metà, ossia l’85,5% oltre il fatturato pre-pandemia. Ovvio, a Firenze vigili e occhi elettronici pizzicano non solo i residenti ma anche i turisti (tanti) e i pendolari (pure). Tuttavia il concetto cambia di poco e, curiosamente, le cose a Milano e Roma vanno meglio. Vale a dire che sotto la Madonnina le multe sono calate, in appena 12 mesi, del 3,7%, mentre a ridosso del Colosseo dell’11,7%. A Bologna (la lenta Bologna a trenta all’ora) gli esborsi causa verbale stradale sono schizzati su del 12,2% se comparati a quelli del 2022 e del 6,8% se raffrontati con quelli del 2019. Non si salva nessuno.

 

 

 

TELECAMERE E DINTORNI

E poi il Nord, si diceva. Le cui strade son già finite sotto osservazione, e da mesi, per quegli autovelox “seriali”, Fleximan e le polemiche al seguito. Il rilevatore del passo di Giau, a Colle Santa Lucia, in provincia di Belluno, in Veneto ne è un esempio eclatante. Il Comune di Colle, nel 2023, ha incassato un totale di 747.096,42 euro (esatto al centesimo) sotto la voce, generica, di “multe”: solo che fa appena 346 abitanti per cui, su un piano meramente statistico, ognuno avrebbe messo mano al portafoglio per 2.159 euro, 83 volte di più della media nazionale. D’accordo, qui ritornano i forestieri e turisti di passaggio: ma l’antifona rimane quella. «Come ministero siamo impegnati per limitare il moltiplicarsi degli “autovelox fai-da-te” ovunque». È il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini (Lega), a commentare sui social: «I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio, ma non possono essere piazzati ovunque, senza motivazione di sicurezza e solo per tartassare lavoratori e automobilisti». Ché un conto è la (sacrosanta) sicurezza stradale, un altro è “far cassa” sulla pelle degli automobilisti.