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Scuola Marescialli, gli atti restano in Toscana

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Respinta la richiesta della difesa perché il primo episodio di corruzione sarebbe avvenuto a Firenze

Eleonora Crisafulli
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Le indagini sulla Scuola Marescialli, uno dei filoni dell'inchiesta sui grandi eventi, restano in Toscana. Lo ha deciso il pg della Cassazione, respingendo la richiesta  avanzata dalle difese di Angelo Balducci, Fabio De Sanctis, Francesco Maria Piscicelli e l'avvocato Guido Cerruti, arrestati il 4 marzo per corruzione. Dopo un'analoga decisione presa dal tribunale del riesame, la procura fiorentina radica l'inchiesta nel capolugo toscano. Gli atti non saranno trasmessi a Roma perché è a Firenze che sarebbe avvenuto il primo episodio contestato. La Scuola Marescialli - La gara per la Scuola Marescialli dei carabinieri di Castello venne vinta nel 2001 dalla Baldassini-Tognozzi-Pontello di Riccardo Fusi, ma nel 2006 l'appalto fu riassegnato all'Astaldi dopo un contenzioso sull'indice di sismicità. Ricorso a un lodo arbitrale, la Btp attende un risarcimeto di 34 milioni di euro dallo Stato. Intanto anche il contratto con l'Astaldi è stato interroto. Secondo l'accusa, la nomina di De Santis a provveditore delle opere pubbliche della Toscana sarebbe stata funzionale agli interessi di Fusi sull'appalto. Ed è grazie a Piscicelli - che in cambio avrebbe chiesto soldi e la partecipazione con Btp per gli appalti - che Fusi entrò in contatto con Balducci e De Santis.

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