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Citato in giudizio il libro "Fuori orario"

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Le Ferrovie chiedono un risarcimento per i danni subiti

Tatiana Necchi
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Le società del Gruppo Ferrovie dello Stato, (la Holding, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia), e Mauro Moretti hanno citato in giudizio davanti al Tribunale di Milano, "Chiare Lettere Editore" e il giornalista Claudio Gatti per «ottenere il risarcimento dei danni provocati alla loro reputazione, onore ed immagine dal libro "Fuori orario"». Lo annuncia in un comunicato la società precisando che l'eventuale risarcimento «verrà devoluto alla Caritas, Ostello Don Luigi Di Liegro di Roma Termini». Secondo le Ferrovie «il libro pretende di dimostrare, fondandosi senza alcuna verifica su dichiarazioni rese anonimamente da ex dirigenti, che l'attuale management del Gruppo, e in particolare la Holding gestisce, in modo dissennato e in violazione di norme, il servizio ferroviario. A tale scopo _ continua la nota _ l'autore utilizza affermazioni dolosamente false e, più spesso, l'espediente di far credere attuali disfunzioni del passato e perciò responsabile l'attuale management che si è, invece, adoperato per superarle». In particolare si sottolinea che Gatti e la casa editrice, si sono fatti «consapevoli strumenti di una sistematica e premeditata denigrazione orchestrata proprio da coloro che sono stati allontanati dal Gruppo per i risultati gestionali negativi e i danni provocati _ prosegue _ Proprio l'elenco di disfunzioni, o peggio, contenuto nel pamphlet dimostra l'enormità dei problemi che l'attuale management ha dovuto affrontare, e che ha risolto o ha avviato a soluzione. Vedersi attribuire la paternità di quelle disfunzioni, o peggio, è non solo una intollerabile offesa alla verità e alla immagine e reputazione di chi si è speso in un'opera così difficile e complessa, ma _ conclude la nota _ un maldestro tentativo di sabotare subdolamente il risanamento e ammodernamento di un servizio essenziale per il Paese».

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