"Ci sono anche i parenti di Visintin su cui indagare, il figlio... Indagateci tutti, l’importante è arrivare alla verità". A sganciare la bomba sulla famiglia di Sebastiano Visintin è Sergio Resinovich, suo cognato.
Il fratello di Liliana Resinovich, la donna scomparsa dalla sua casa in via Verrocchio, nel rione San Giovanni di Trieste il 14 dicembre del 2021 e ritrovata morta 3 settimane dopo, il 5 gennaio del 2022, nei pressi del vicino ex ospedale psichiatrico San Giovanni, sarà ospite di Federica Sciarelli a Chi l'ha visto?, su Rai 3. Visintin è indagato per omicidio, al termine di un clamoroso "ribaltone" giudiziario che ha portato alla riapertura del caso.
"Non era un suicidio, lo abbiamo detto sin dall’inizio. Bisognava indagare per omicidio", incalza Sergio. La prima autopsia, realizzata nel 2022, parlava infatti di un gesto volontario: Liliana si sarebbe soffocata da sola con due sacchetti di nylon avvolto in testa. Una tesi sostenuta per mancanza di "chiare evidenze oggettive omicidiarie portate da terzi". La seconda perizia autoptica sul corpo della donna, però, nel 2024 ha evidenziato lesioni compatibili con una azione violenta.
Una dinamica che ha portato a ri-considerare la posizione di Visintin. Il litigio avvenuto con la donna poche settimane prima della tragedia. E poi i gesti il giorno della scomparsa della moglie. Quella mattina l'arrotino sarebbe uscito di casa alle 7.40, sarebbe andato nel suo magazzino e poi si è dedicato a una escursione in bici sul Carso, con tanto di video girato con la sua nuova videocamera GoPro. Dal filmato gli inquirenti hanno scoperto che l'uomo indossava anche un maglione giallo, compatibile con il tessuto dello stesso colore rinvenuto sul corpo di Liliana.
Dalla sua abitazione triestina, peraltro, gli inquirenti hanno fatto sequestrate oltre 700 oggetti tra cui coltelli, forbici, guanti, una felpa gialla e un maglione. I legali difensori di Visintin hanno però annunciato un ricorso contro la perquisizione: "L’informazione di garanzia è corretta ma ci chiediamo perché solo al mio assistito", spiegano ai quotidiani locali chiedendo indagine "a tappeto", su tutti i soggetti vicini alla Resinovich. Esattamente quello che chiede ora il fratello di Liliana.