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Ponza, la maledizione dell'aragosta al ristorante: scontrino, rapimento e botte

di Claudio Brigliadori domenica 20 luglio 2025

4' di lettura

Considera l’aragosta, scriveva David Foster Wallace. Qualcuno però deve aver travisato il geniale scrittore americano e così si è passati direttamente al rubarla. Non siamo nel Maine, all’estremo Nord degli Stati Uniti dove il regale crostaceo è venerato con tanto di fiera annuale, ma a Ponza, una delle isole più amate dai turisti non solo italiani. Anzi, di preciso siamo al ristorante “Il rifugio dei naviganti” in località Sant’Antonio. Scenario perfetto per il giallo dell’estate: la maledizione dell’aragosta. Ancora una volta c’entrano scontrini pazzi e clienti che si lamentano, a torto o a ragione. Ma qui siamo al salto di specie. Non dello scampone, ma dei furbetti.

A inizio mese il titolare del locale, Mario Coppa, era finito nella bufera social (e dove sennò? ) perché un avventore aveva pubblicato online lo scontrino da 923 euro, cena salatissima per 4 persone che tra le altre pietanze avevano ordinato proprio altrettanti piatti di succulenti scialatielli all’aragosta. Tradotto: 230 euro a cranio.

Nel pasto vista mare erano compresi pure un antipasto, acqua e due bottiglie di Biancolella, Cantine Migliaccio. I quattro primi da menù pesano per 759 euro, mentre il vino è a listino a 120 euro. Rituale indignazione del popolo del web, che come anno condisce di livore e fiele le cene da “mille e una notte” degli altri, con Coppa costretto a difendersi pubblicamente: «Abbiamo pure piatti da 15-20 euro, ma l’aragosta tutto il mondo sa che costa». Eggià.

«L’aragosta costa 230 euro chilo – spiegava nel dettaglio il ristoratore, su Repubblica –. Noi la portiamo viva al tavolo e la mostriamo ai clienti, che in questo caso hanno scelto aragoste da 825 grammi a persona. Se era troppo avremmo preso un’aragosta più piccola. I prezzi sono questi, noi la portiamo viva al tavolo e la mostriamo ai clienti. Quando le facciamo vedere c’è l’etichetta con il peso. Alcuni per farli scegliere li portiamo anche vicino all’acquario, anche se portare aragoste vive in mano ha un impatto».
 

LA PIAZZETTA

A Ponza dicono che i 4 abbiano addirittura chiamato la Guardia di Finanza una volta scoperto quanto avrebbero dovuto pagare, anche se alle Fiamme Gialle di Latina non risulta. «Tante volte ci sono difficoltà perché dei clienti vengono, fanno i signori e poi si lamentano del prezzo – sottolineava Coppa –. Io sono uno che investe anche per il pubblico. Dove abbiamo il ristorante ho rifatto tutta la piazzetta, è un posto bellissimo». E il locale, per inciso, è famoso proprio per le sue aragoste.

«C’è gente con i soldi umilissima e chi non li ha che è il contrario». Il ragionamento non fa una grinza. «Cerchiamo anche di individuare le persone che possono permettersi l’aragosta, che molti confondono con l’astice, ma non sempre ci riusciamo». Esattamente quanto è capitato nella notte tra sabato 12 e domenica 13 luglio, pochi giorni dopo quella prima, spiacevole incomprensione. Forse consapevoli di non potersela permettere, i manigoldi hanno pensato bene di fregarsela. E Coppa è stato pure aggredito al termine di una scena e un inseguimento da film. «Un gruppo di turisti, credo americani, insieme a una ragazza bionda dall’accento romano, hanno rubato un’aragosta di 5 chilogrammi dal nostro acquario».

Tutto sarebbe accaduto davanti a decine e decine di persone che passeggiavano tranquillamente invia Dante, a una manciata di metri dal porto. Sono stati proprio i passanti ad avvertire il ristoratore del singolare “ratto”. Coppa spiega di aver a quel punto seguito le gocce d’acqua colate in strada dal carapace. A 150 metri dal locale, ecco beccati i turisti truffaldini: ne nasce una colluttazione coi giovani, «che avranno avuto 25/30 anni». Ha la peggio M. P., collaboratrice del titolare e responsabile de “Il rifugio dei naviganti”, colpita nella rissa e finita prima al locale poliambulatorio con trauma addominale e trauma cranico lieve e poi, all’1.30, addirittura trasportata in elicottero all’ospedale Goretti di Latina per accertamenti.

LA DENUNCIA

Inevitabile a quel punto la denuncia: Coppa prendere il traghetto per Formia e va dai carabinieri, «che ringrazio di cuore per il supporto». A verbale sostiene di essere stato pure lui «afferrato alle spalle» e di aver «ricevuto più colpi, anche dei calci». A un certo punto ha «lanciato una sedia» verso i rapitori (uni dei quali aveva ancora il crostaceo ben saldo in mano) finendo però per colpire paradossalmente un ragazzo «probabilmente di origine napoletana» che era accorso in suo soccorso. Beffa ulteriore: il ristoratore nella colluttazione ci ha perso pure orologio, cellulare, carta d’identità elettronica, tessera sanitaria, patente e tre carte di credito. Una notte disastrosa, ma con conclusione lieta per la protagonista: «L’aragosta era ancora viva quando l’abbiamo recuperata, così invece di rimetterla nell’acquario l’abbiamo liberata». Per una volta, perlomeno, gli ambientalisti non avranno a che ridire.

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