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Garlasco, Andrea Sempio vuota il sacco: "Ecco la verità sullo scontrino"

sabato 19 luglio 2025

3' di lettura

Il giallo dello scontrino emesso il giorno del delitto di Garlasco e quello dell'ambulanza intervenuta durante uno dei suoi interrogatori dell'epoca e mai messa a verbale sono i due temi al centro dell'intervista ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, 26enne di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007, andata in onda ieri sera nel corso della puntata di Quarto Grado su Retequattro.

"Per quanto riguarda lo scontrino - ha spiegato Sempio - non è stato portato durante una pausa del verbale. È andata così: io sono stato chiamato su a Vigevano, sono andato su accompagnato da mio papà. Mi hanno fatto un po’ di domande, non mi hanno chiesto della giornata e dopo di che basta, è finito e mi hanno rimandato a casa. Quando eravamo quasi a Garlasco ci hanno richiamato ancora dicendo che avevano ancora delle domande da farci. Sono tornato indietro e quello è stato il momento in cui era presente il Mattia (il suo amico Mattia Capra, ndr) perché stavano interrogando un po’ tutto il nostro giro e il Mattia raccontava, quando poi ne abbiamo parlato nei giorni successivi, visto che nel nostro giro di amici tutti ci hanno messo un’ora, un’ora e mezza e io sono quello che ci ho messo più tempo perché sono andato su e giù da Vigevano un po’ di volte. Praticamente allora mi chiamano, mi fanno ritornare a Vigevano e a quel punto mi fanno le domande sulla giornata e tocchiamo il tema dello scontrino. E io dico che avevo ancora questo scontrino. Chiamo mia mamma dalla caserma e le chiedo se c’era ancora lo scontrino, lei mi dice sì che era in tal cassetto. Abbiamo concluso tutto il verbale, dicendo che dopo aver finito sarei andato a prenderlo. E loro nel verbale fino a quel punto avevano scritto: ‘Sono stato a Vigevano, ho parcheggiato in tal posto e ho ancora lo scontrino’. Finito tutto, prendo vado a casa, torno giù con mio papà, prendiamo lo scontrino, glielo riportiamo ma questa volta non andiamo più nella sala degli interrogatori ma stiamo lì fermi sul bancone, fanno la fotocopia dello scontrino e nel verbale aggiungono: ‘che vi consegno’. Questo è il motivo per cui sembra che sia avvenuto tutto di fila, cioè che io mi fossi presentato di già con lo scontrino in mano".

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Per quanto riguarda l’ambulanza, ha detto Sempio, "non mi ricordo di preciso se è stato quella volta o se era stata la volta precedente. Io mi ero presentato all’interrogatorio che però era già qualche giorno che avevo la febbre, quindi già non stavo benissimo. Poi non è che sono svenuto, loro hanno visto che ero un po’ ovattato e che andavo un po’ giù, mi perdevo un po’ e allora hanno deciso di chiamare l’ambulanza ma non è che sono crollato lì per terra in mezzo alla caserma, anche perché se no se lo sarebbero ricordati, cioè se fosse successo qualcosa di grave. Anche l’ambulanza non è che ha detto siamo arrivati lì perché la persona era in stato di incoscienza o che, come vogliono far emergere adesso. Hanno visto che non stavo bene, che andavo un po’ giù, li hanno chiamati, anche loro hanno visto che non era niente ed è finita lì".

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