Il mistero s’infittisce, anche se ai più ormai sembrava che fosse umanamente impossibile. Stiamo parlando del caso Garlasco, ormai la Twin Peaks italiana che ogni giorno aggiunge una maglia al suo reticolato. Flavius Savu, arrestato nell’ambito del caso delle estorsioni al santuario della Bozzola, attraverso i suoi legali lancia un’altra clamorosa pista: “I colpevoli non si trovano a Garlasco!”. L’avvocato Roberto Grittini, che lo rappresenta, ha spiegato in tv: “C’è una paura che è sempre stata caratterizzante nelle narrazioni di Savu, lui ha sempre detto di aver paura di essere ucciso, paura per sé e per i suoi cari. L’ha ribadito in più occasioni, perché verosimilmente è il depositario di alcuni segreti, legati a ciò che sarebbe accaduto presso il santuario della Bozzola”.
Questa paura è interpretata come un segnale? Un segnale di un uomo che ha visto troppo? Savu ha anche mandato una lettera dal carcere piuttosto chiara: "Scarcerate Stasi, non è stato lui". Sempre il suo legale, Roberto Grittini, alza il volume: “È evidente che lui abbia un suo pensiero, ma anche elementi che, a suo giudizio, potrebbero portare alla chiave di lettura dell’omicidio”. Se le sue affermazioni trovassero riscontri, insomma, il copione del giallo cambierebbe ancora. La scena non sarebbe più solo Garlasco, ma le pedine si muoverebbero altrove e il mistero si arricchirebbe di elementi.
Come nelle migliori sceneggiature, con un macabro cast di protagonisti, una location inquietante e segreti che ancora oggi restano tali e non si sa se verranno mai svelati. E se la verità fosse dietro l’angolo, ma l’angolo si trova fuori da quel comune? Il giallo della Bozzola continua e lascia dietro di sé più domande che risposte. Ma una cosa è certa: qualcuno ha deciso di parlare, e quando si decide di farlo… attenzione. E ricordiamo sempre che Savu nel 2018 è stato condannato in via definitiva per estorsione aggravata ai danni di religiosi del Santuario della Madonna della Bozzola, a Garlasco.