Borseggiatrici superstar a Venezia. E anche super pagate! E via su giri in gondola romantici e spritz al tramonto. Il taccheggio provoca questo tipo di agio. La Procura della città lagunare ha dati chiari: “la media giornaliera dell’incasso delle borseggiatrici arrivava a 2500 euro a testa”. Praticamente il guadagno di un calciatore medio di Serie A.
Fin qui sono state prese dalle forze di polizia 23 misure cautelari e 20 delle indagate erano donne di nazionalità bosniaca e croata, molte di queste con un’età inferiore ai 27 anni. Tra di loro, anche una giovane 23enne in stato di gravidanza. Ogni giorno decine di furti con destrezza e abilità da Arsenio Lupin, 32 gli episodi già accertati, per un totale complessivo di circa 50mila euro di refurtiva. Certo, non siamo di fronte a ladre gentildonne come quelle dell’anime cult degli anni Ottanta, “Occhi di gatto”, teletrasportate nel ventunesimo secolo.
Dietro questi furti c’è un’organizzazione nera, con “violenze, minacce, percosse, umiliazioni e schiavitù” verso le più giovani del gruppo. Le “boss” incitavano le ragazzine a recuperare 2.500 euro al giorno e se fallivano… pugni, coltelli o peggio ancora. I luoghi più colpiti, ovviamente, il centro storico di Venezia, la stazione ferroviaria di Santa Lucia, quella di Mestre e anche treni e autobus in arrivo o partenza da Venezia. Agli uomini dell’organizzazione il compito di organizzare la logistica: accompagnavano le mogli-madri-borseggiatrici e accudivano i figli “in attesa del colpo”. Altro che gita romantica in gondola, per i turisti è come la caccia del gatto con il topo e finire in trappola è un attimo: può sparire di tutto in ogni momento, ad ogni sorso di Prosecco, e chi ruba poi fattura come un calciatore. Visitare Venezia è diventato, perciò, non solo un attentato legale alle tasche per via dei prezzi alti, ma anche una minaccia per la propria sicurezza personale. Prosit.