Nella puntata del 1° dicembre 2025 de "Lo Stato delle Cose" su Rai 3, Massimo Giletti ha dedicato ampio spazio al delitto di Garlasco dopo la relazione della perizia della genetista Denise Albani (incaricata dalla Procura), definita dal conduttore "un segnale pro Stasi". Ospiti: Marina Baldi (consulente genetica di Andrea Sempio), l’avv. Antonio De Rensis (legale di Alberto Stasi), Umberto Brindani (direttore di "Gente") e Ilenia Petracalvina.Il punto centrale è il DNA maschile trovato sotto le unghie di Chiara Poggi: compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio. Giletti sottolinea che "Mi aspettavo che si trovasse quello di Stasi, visto che è in carcere".
Marina Baldi ridimensiona: "Per me non è cambiato niente, è stato indagato varie volte per questo, il profilo che emerge dalle analisi ha degli alleli che corrispondono alla Y della famiglia Sempio, ma questo si sa dall’epoca di Linarello, che aveva eseguito una consulenza a opera della difesa di Stasi, non è una novità".
La genetista ipotizza una contaminazione: Andrea Sempio frequentava la casa Poggi e il DNA potrebbe provenire da oggetti (telecomando Playstation, divano) o dalla sala settoria: "Noi sappiamo che quella era un gran pasticcio, Chiara aveva una garza in bocca con il DNA del cadavere a fianco". De Rensis controbatte duramente: "Sono cambiate tante cose […] Mi sembra che all’epoca i calcoli biostatistici e le argomentazioni che loro hanno portato alla dottoressa Albani non vi fossero […] È giusto che i genetisti scambino le loro opinioni, non vorrei che fosse sottovalutato il fatto che il DNA sia sulle dita di due mani".
E ancora: "Replico da avvocato, i componenti di quella casa giravano con i guanti? Gli oggetti in casa li toccava solo Sempio, o anche papà, mamma, fratello e fidanzato? Possibile che di tutti gli oggetti presenti non ci sia stato il trasferimento del DNA dei familiari ma solo quello di Sempio? Tutto è possibile, ma c’è la logica probabilistica".
In chiusura, De Rensis smonta le recenti dichiarazioni del pm Enrico Venditti a «Quarto Grado», ricostruendo passo passo le istanze del 2017 per ottenere le intercettazioni e dimostrando che Venditti non fu mai coinvolto direttamente nel rilascio dei CD richiesti dalla difesa Stasi.