Why not, è faida giudiziaria
Napolitano: "Voglio gli atti"
Con un gesto che non ha precedenti nella storia repubblicana, il capo dello Stato interviene nella guerra in corso tra la procura di Salerno e quella di Catanzaro circa il caso Why not (caso De Magistris). Giorgio Napolitano, nella duplice veste di presidente della Repubblica e numero uno del Csm, ha chiesto al procuratore generale della Corte d'Appello di Salerno di potere avere al più presto "ogni notizia e, ove possibile, ogni atto utile" riguardo le operazioni condotte dai pm campani sui colleghi di Catanzaro. Il Quirinale parla apertamente di «vicenda senza precedenti», che "solleva inquietanti interrogativi e presenta aspetti di eccezionalità, con rilevanti, gravi implicazioni di carattere istituzionale". Il caso scoppia dopo il sequestro della documentazione delle indagini "Why Not" e"Poseidone", eseguito martedì scorso dai magistrati di Salerno nellaprocura di Catanzaro: la procura generale del capoluogo calabrese allora va al contrattacco, blocca gli atti e iscrive sette magistrati campani nelregistro degli indagati. Alla base dello scontro giudiziarioil presunto "complotto" ai danni dell'ex pm Luigi DeMagistris: i magistrati calabresi, cheavrebbero ostacolato e annientato le ultime inchieste di De Magistris(poi trasferito a Napoli dal Csm) nelle quali erano indagati tra glialtri l'ex-Guardasigilli Mastella e l'ex premier Prodi. Salerno scrive l'atto di accusa inun decreto di 1700 pagine; Catanzaro risponde con una sua contro-inchiesta. La notizia è stata accolta con "amarezza" dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino, "dopo la lettura di notizie di stampa secondo cui la Procura di Salerno avrebbe aperto un fascicolo a mio carico. Non so se ci sono indagini della Procura di Salerno nei miei confronti, so soltanto che qualche quotidiano ha scritto oggi di una indagine che riguarderebbe me, l'ex Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione dott. Delli Priscoli e il Sostituto Procuratore dott. D'Ambrosio, partecipò all'udienza disciplinare in cui venne discusso e deciso il procedimento a carico del dott. De Magistris". nella nota si legge ancora: "È giusto non avere alcuna ombra di sospetto: se ne sorgesse qualcuno nonavrei esitazione a togliere l'incomodo. Parlo per me e, poichè nelle notizie di cui vi ho detto si facenno ad una telefonata con il signor Antonio Saladino voglio precisare che con quest'ultimo non ho mai avuto rapporti di alcun genere: ricordo che nel 1985 mi venne presentato da un giovane candidato avellinese in occasione delle elezioni comunali della mia città. Questo è il senso della precisazione che ho rilasciato ieri, alla quale aggiungo solo che non avevo interesse a intrattenere e non ho intrattenuto rapporti con Antonio Saladino, in quanto il filone culturale e politico mio era diverso dal suo".