Uccise la figlia Hina
Confermati 30 anni
Trent'anni di reclusione. E nessunosconto di pena. La Corte d'Assise di Brescia ha così confermato la sentenza di primo grado nei confronti di Mohammed Saleem, padre di Hina, la ragazza pakistana sgozzata l'11agosto 2006 a Sarezzo, nel bresciano, perchè voleva vivere alla maniera occidentale. La pena è stata invece ridotta da 30 a 17 anni per i due cognatidella vittima, considerati complici dell'omicidio. Allo zio sono stati infine confermati 2 anni e 8 mesi. La madre della ragazza, che il giorno dell'omicidio si trovava in Pakistan, ha assistito alla sentenza e, dopo la lettura, è scoppiata in lacrime ed è stata assistita dai paramedici del 118. Quell'11 agosti di due anni fa Hina è stata attirata con una trappola nella casa paterna. È stato proprio suo padre a chiamarla per chiederle di andarlo a trovare, con la scusa di un ospite imprevisto. Un amico giunto dalla Francia. Ma dietro quella telefonata si celava forse già la condanna a morte della ragazza. E quella morte era firmata proprio dalla mano di suo padre che, secondo l'autopsia, l'ha uccisa intorno alle sei del pomeriggio, con un taglio alla gola inferto con un grosso coltello da cucina. Il corpo è stato poi trascinato giù per le scale, fino al pianterreno, calato dalla finestra e sepolto nella fossa già scavata nell'orto. Solo diverso ore dopo i carabinieri hanno trovato il corpo senza vita di quella ragazza che desiderava solo poter vivere all'occidentale.