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Cassazione, islamici e italiani

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uguali davanti alla legge

Silvia Tironi
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L'islamico residente nel nostro Paese ha pari doveri dell'italiano e soprattutto è uguale a lui davanti alla legge. Per questo motivo il musulmano che maltratta la moglie deve essere punito con la stessa severità che toccherebbe ad un italiano che usa violenza nei confronti della consorte. La Cassazione (sesta sezione penale, sentenza 46300) ha così  respinto il ricorso di un marocchino di 52 anni residente a Torino che era stato condannato a 2 anni 6 mesie 20 giorni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ai danni della moglie e sequestro di persona. Secondolla Suprema Corte, nei confronti del marocchino non si può applicare alcuno sconto di pena "perché sitratta di un cittadino di religione musulmana". Applicare un diverso trattamento, spiegano i giudici, andrebbe contro i principi costituzionali previsti dall'art. 2 e 3 che salvaguardano i diritti inviolabili dell'uomo e la pari dignità sociale senza distinzione di sesso. L'islamico si era invece  rivolto alla Cassazione proprio perché riteneva la condanna 'illegittima' in quanto inflitta secondo una mentalità tipica "della cultura occidentale" e quindi "viziata da pregiudizio etnocentrico". Piazza Cavour ha messo in evidenza che "anche per i reati culturali o culturalmente orientati, il giudice non può sottrarsi al suo compito naturale di rendere imparziale giustizia con le norme vigenti assicurando tutelaalle vittime, garanzie agli accusati e infine a responsabilità accertata personalizzazione della condanna a prescindere della religione di appartenenza.

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