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Eluana, Sacconi vieta

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lo stop all'alimentazione

Silvia Tironi
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Qualsiasi struttura pubblica e privata sul territorio nazionale non potrà staccare il sondino. Proprio nel giorno in cui un'indiscrezione rivelava il nome della clinica, 'La città di Udine', dove Eluana Englaro, la ragazza in coma vegetativo da quasi 17 anni, potrebbe terminare la sua esistenza, un atto di indirizzo del ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi potrebbe bloccarne la procedura. "Interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale", sottolinea Sacconi L'atto di fatto renderà illegale per qualsiasi struttura sul territorio nazionale l'adempimento della volontà della famiglia Englaro, e cioè il distacco del sondino che alimenta e idrata Eluana. L'atto di indirizzo, ha spiegato il ministro del Welfare, si rifà in particolare a precedenti pronunciamenti in merito: sii tratta del parere approvato dal comitato nazionale di bioetica nel settembre 2005 e della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2006. In particolare, nella convenzione Onu si afferma come gli stati debbano "prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità". La posizione assunta da Sacconi non trova certo consenso da parte della curatrice speciale di Eluana, Franca Alessio, che parla della "solita presa di posizione politica". ll legale precisa che si tratta di "un attodi indirizzo" che "non ha una valenza ostativa e in presenza di una sentenza, come nel caso di Eluana Englaro, non dice niente. La pronuncia del giudice che dispone l'interruzione del trattamento che la tiene in vita va eseguita. Non solo: una struttura, che sia pubblica o privata, potrebbe anche essere estranea a un atto di interruzione di trattamento che si effettua al suo interno. Una procedura simile è stata proposta in questi giorni, proprio in relazione al caso Englaro: si mette a disposizione la struttura, ma l'atto materiale di interromperel'idratazione e alimentazione artificiale non lo esegue il suo personale medico. In questo caso non ci sarebbe alcuna violazione dell'atto di indirizzo". La Alessio è dura nei confronti del ministro: "Io faccio rientrare il provvedimento del Welfare nell'ambito di quelle iniziative volte a dimostrare che si stafacendo qualcosa in extremis per colmare un vuoto legislativo su questi temi, una totale assenza di norme che colloca l'Italia in posizione arretrata rispetto all'Europa".

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