Elvo Zornitta non è Unabomber
La procura chiede di archiviare
Unabomber non è lui. Elvo Zornitta tira un respiro di sollievo dopo anni di sospetti e indagini: il criminale che imbottisce ovetti, pennarelli, ceri, bolle di sapone e tubetti di pomodoro è ancora libero in giro, e non ha il suo nome. «Adesso spero davvero che l'incubo sia finito: è arrivato il giorno della resurrezione», ha detto lui, appena saputo che la procura della Repubblica di Trieste ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta nei suoi riguardi. Zornitta ha confessato di «non sapere cosa dire. Pensavo che questo giorno non arrivasse mai e, tuttavia, anche in questo momento, continuo ad avere dubbi che sia tutto realmente finito». Il misterioso bombarolo che semina ordigni esplosivi nel Nordest, dunque, non ha ancora un volto, nonostante siano passati 13 anni dal primo attentato, e sul caso sia stata approntata una task force che non aveva nient'altro da fare, se non scovarlo. La richiesta è stata fatta per mancanza di «elementi sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio» e dovrà ora essere esaminata dal Gip dello stesso capoluogo giuliano. Zornitta era indagato per le ipotesi di reato di lesioni personali gravissime e utilizzo di materiale esplosivo e si era trovato al centro di una complicata vicenda giudiziaria nella quale è indagato il perito balistico Ezio Zernar, in servizio nel Laboratorio Indagini Criminalistiche della Procura di Venezia. Nel processo in corso davanti al Tribunale di Venezia, Zernar è accusato di aver manipolato il lamierino trovato in un ordigno inesploso attribuito a Unabomber per costruire una prova a carico di Zornitta. Sull'ingegnere friulano, Polizia e Carabinieri indagano da circa sei anni. Tre anni fa Zornitta aveva ricevuto un avviso di garanzia e circa due anni fa era comparso davanti al Gip di Trieste nell'incidente probatorio che doveva accertare se un paio di forbici sequestrate in un suo capanno fossero le stesse che avevano tagliato il lamierino trovato nell'ordigno inesploso. Proprio durante l'incidente probatorio emerse l'ipotesi che il lamierino fosse stato manomesso da Zernar.