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Mafia, giro di vite sul 41 bis

Regime detentivo più duro

Silvia Tironi
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L'articolo 34 del ddl sulla sicurezza che inasprisce l'articolo 41 bisè stato approvato dal Senato con 249 voti a favore, 5 contrari e 14 astenuti. Il 41 bis viene applicato soprattutto ai condannati di mafia e camorra. A questo punto viene aumenta a quattro anni la durata dei provvedimenti restrittivied è sostanzialmente invertito l'onere della prova e spostata la competenzafunzionale al Tribunale di sorveglianza di Roma per tutti i ricorsi,garantendo così omogeneità di giudizio per tutto il territorionazionale (nel corpo della norma vi sono infatti misure più restrittive che riguardano il regime detentivo per impedire che dalle carceri i boss possano esercitare il loro potere sul territorio). La norma ha ottenuto un"voto quasi unanime", ha sottolineato il presidente del SenatoRenato Schifani, soddisfatto dalle modifiche strategiche peril contrasto alla mafia. "Credo che con questo voto il parlamento abbia dato un fortissimosegnale al Paese", aggiunge Schifani, "di come il contrasto alla mafia, alla criminalitàorganizzata, fossero l'esigenza della convergenza fra tutte le forzepolitiche , per lo meno tra la stragrande maggioranza delle forzepolitiche". Grande soddisfazione è stata espressa anche del senatore del PdL, Carlo Vizzini, il quale figura tra quanti hanno proposto l'inasprimento del 41bis: "È un grande successo di un metodo di lotta alla mafia, perchè fin dai lavori della commissione ha visto unite maggioranza, opposizione e Governo. Il carcere duro funzionerà ripristinando il primato dello Stato, con l'approvazione di oggi della riforma del regime penitenziario del carcere duro 'cosa nostra' subisce un colpo mortale". Secondo Vizzini "l'inasprimento del carcere permetterà di aprire una falla incolmabile tra i clan, agevolando un muro invalicabile con l'esterno".

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