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Nel mirino ci finisce anche Belpietro

Il direttore di Libero, all'epoca al Giornale, indagato per concorso nella rivelazione del segreto d'ufficio. "Decisione sorprendente"

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi deve andare a processo per la fuga di notizie: un paradosso, nei giorni in cui i giornali sono invasi da pagine e pagine di atti teoricamente non pubblicabili sul caso Tarantini-Lavitola. Ma nel mirino dei pm di Milano finisce anche il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Il gip Stefania Donadeo ha chiesto infatti anche la sua iscrizione nel registro degli indagati per la medesima accusa di concorso nella rivelazione del segreto d'ufficio: Belpietro, all'epoca della pubblicazione dell'intercettazione tra Fassino e Consore, era direttore de Il Giornale. La replica di Belpietro - "Sono sorpreso, anche perché fino a questo istante non ne sapevo proprio nulla, lo sto apprendendo ora", ha commentato Maurizio Belpietro. "Io ho soltanto pubblicato sul Giornale l'intercettazione della telefonata tra Giovanni Consorte e Piero Fassino - ha proseguito il direttore di Libero -. Per il resto, di quella vicenda non so proprio nulla". Belpietro ha poi ricostruito i fatti: "Mi è stata portata l'intercettazione e, come moltissimi altri direttori di giornale in casi simili, ho deciso di pubblicarla. Tutto qui. Ora vedrò le carte e cercherò di capire la decisione del gip di Milano, che la momento non posso che reputare sorprendente".

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