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Rivolta contro gli onorevoli: un caffè? Costa 90 euro

Napoli protesta contro i privilegi dei parlamentari con un listino prezzi ad hoc: una pizza 100 euro. I soldi in più saranno dati in beneficienza

Nicoletta Orlandi Posti
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Napoli presenta il conto ai parlamentari. Un conto salatissimo. I deputati e i senatori che vorranno mangiare o anche solo prendersi un caffè nel capoluogo campano dovranno mettere mano al portafogli e aggiungere qualche zero ai prezzi che di solito pagano nella bouvette di Montecitorio o Palazzo Madama. Per loro una pizza costa cento euro, un caffe' 90 euro, un panino 350, uno yogurt mille euro. La protesta anticasta è partita ieri. «I soldi in più li darò in beneficenza», spiega Gino Sorbillo, tra i promotori dell'iniziativa etitolare dell'omonima pizzera in via dei Tribunali, nel centro antico di Napoli. «Quello che la casta ruba ai cittadini ce lo riprenderemo con la forza, donandolo ai più bisognosi». Sergio Miccù, presidente dell'Associazione pizzaioli napoletani aggiunge: «Con una circolare rivolta a tutti i pizzaioli Italiani, stiamo chiedendo di aderire a questa iniziativa mettendo a 100 euro le pizze per i deputati. O i parlamentari italiani rinunceranno alla pizza, o pagheranno cifre blu, o adegueranno i prezzi dei loro ristoranti al mercato e torneranno a pagare il giusto». La rivolta degli esercenti napoletani è stata subito sponsorizzata dai Verdi. «La casta ci aveva promesso che avrebbe adeguato i prezzi dei ristoranti della Camera e del Senato al mercato. Purtroppo non è stato così. A questo punto dobbiamo costringere gli onorevoli italiani a pagare il giusto. Se ogni ristorante o pizzeria dove si recheranno nei prossimi giorni gli farà pagare cifre esorbitanti vedrete che impareranno la lezione», ha puntualizzato Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale.

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