In 4 anni Berlusconi si è mangiato un quarto del patrimonio
Da quando ha dovuto lasciare palazzo Chigi nel 2011 e mettere da parte forzatamente le ambizioni politiche, Silvio Berlusconi ha aperto il portafoglio come mai gli era accaduto. Nonostante le indiscrezioni sulla spending review impostagli dalla compagna Francesca Pascale, negli ultimi quattro anni il proprietario di Fininvest ha deciso di intaccare il patrimonio come mai era avvenuto in passato. E in quattro anni, fra il 2011 e il 2015, si è ridotto quasi di un quarto.Il fotomontaggio sopra proposto di un Silvio disperato costretto a mendicare magari mentre una signora sexy gli passa davanti senza degnarlo di uno sguardo è naturalmente una esagerazione. Berlusconi ha da parte benzina che a chiunque consentirebbe non una, ma dieci o cento vite benestanti. Però gran parte della sua ricchezza era contenuta nei forzieri delle holding che controllano Fininvest: la Holding italiana Prima, la Seconda, la Terza e l'Ottava. Da quelle arrivano ogni anno i dividendi che provengono dalle varie società del gruppo Fininvest-Mediaset. Negli ultimi due anni di crisi sono arrivati nelle sue tasche più di 100 milioni di euro. Berlusconi però era abituato a riceverne quasi il doppio negli anni delle vacche grasse, e i semplici dividendi non gli sono bastati per le spese quotidiane. E ha deciso di prelevare dalle riserve delle sue holding. Di solito avveniva il contrario: metteva qualcosina da parte. Fra il 2011 e il 2015 il Cavaliere ha prelevato qualcosa in meno di 90 milioni di euro extra dalle riserve distribuibili delle quattro holding. Queste sono così scese dai 390,3 milioni di euro dell'autunno 2011- quando Berlusconi lasciò palazzo Chigi in piena bufera finanziaria, ai 301,5 milioni di euro che vengono registrati nei bilanci 2015 depositati al registro delle Camere di commercio nel mese di marzo. Le riserve si sono quindi ridotte di quasi un quarto, nonostante i dividendi extra distribuiti da Fininvest dopo alcune operazioni straordinarie (come la vendita di una quota di capitale Mediaset). Con questo ritmo di prelievo a 90 anni il tesoretto di quelle holding sarebbe azzerato. Certo Berlusconi ha altri forzieri da cui attingere, dagli investimenti mobiliari a quelli immobiliari: la sola villa Certosa potrebbe valere quelle riserve e forse più. Ma il campanello di allarme in casa è suonato, e la spending review è lì in agguato… Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis