I conti non tornano

L'idea del ministro Giovannini: andare in pensione prima ma con assegni più bassi

Giulio Bucchi

Vuoi andare in pensione prima? Si può fare, ma avrai assegni più bassi. E' il succo della riforma (o controriforma) allo studio del ministro del Welfare Enrico Giovannini e che troverebbe terreno comune in una proposta di legge firmata dai Pd Gnocchi e Damiano. Questa bozza prevede una "penale" per chi va in pensione tra i 62 e i 65 anni (prima, dunque, dei 65 anni previsti attualmente per gli uomini): assegni previdenziali più leggeri, dal 2 all'8% in meno e bonus, al contrario, per chi lascia tra i 65 e i 70. La grana esodati - La posizione di Giovannini è chiara: in un periodo critico per i conti dello Stato (il debito pubblico è cresciuto ancora a marzo, ora siamo a quota 2.034,725 miliardi di euro...), concedere ai lavoratori il diritto di andare in pensione quando preferiscono, con tanto di sgravio per l'Erario, è come prendere due piccioni con una fava. L'idea, infatti, è quella di risolvere in questo modo anche il dramma degli esodati. E' il frutto, amarissimo, di una riforma Fornero messa a punto in fretta e furia e con evidenti squilibri.  Com'è oggi, come sarà dopo il 2020 - Stando all'attuale legge, nel dal 2013 potrà andare in pensione anticipatamente una donna con 41 anni di contributi o un uomo con 42 anni di contributi, oppure potrà accedere alla pensione di vecchiaia chi ha compiuto 66 anni. Resta una situazione, quella della previdenza italiana, che è la più penalizzante per i lavoratori in tutta l'Unione europea. Secondo la riforma Fornero, dopo il 2020 (quando entrerà a pieno regime) uomini e donne in Italia andranno in pensione a 70 anni e 3 mesi, contro i 69 e 4 mesi dei greci e i 67 di Germania, Spagna e Olanda.