Professioni: Marina Rossi, 'photoshop ha cambiato mondo fotografia'
Roma, 6 feb. (Labitalia) - "Faccio uso della tecnologia per la post-produzione. Negli anni '60 certe cose potevi farle solo in bianco e nero; non erano in molti a potersi permettere uno stampatore a colori. Ora con photoshop questo è possibile e non si parla di stravolgere la foto in sé, ma di potersi creare dei set fotografici virtuali". Lo dice, in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia, Marina Rossi, fotografa creativa allieva del maestro internazionale Franco Fontana e con lui spesso espone in giro per l'Italia nelle collettive 'Quelli di Franco Fontana'. "Oggi - spiega - mi sembra che tutti si improvvisino fotografi. Se parliamo del 'mestiere' di fotografo, il dover fronteggiare la dilagante concorrenza 'non professionale' comporta, senza dubbio, una pressione massacrante. Solo chi è libero dal ruolo può esprimersi in totale libertà. Tutto parte sempre da un'idea, un'ispirazione del momento. I temi sono svariati, da quello intimista di 'claustrofobico metropolitano' a quello sociale de 'Il quinto elemento' dove ho voluto porre lo sguardo sul futuro delle nuove generazioni. Diciamo che i temi sociali sono quelli che mi danno maggior ispirazione, forse perché ritengo sia l'unico modo per far sentire anche la mia voce". "Nel 2014 - ricorda - con Franco Fontana ho esposto 'La sottile linea' che parla in simbolismi di emarginazione femminile, ma soprattutto di scelte coraggiose. Ogni foto rappresenta una storia di vita vissuta, ma in una raffigurazione creativa, nulla a che fare con il reportage. Il mio principale obiettivo è proprio la singolarità, il non ancora visto si percepisce dal fatto che i miei progetti per la maggior parte si avvicinano più alla digital art che non alla fotografia nel suo reale significato". "Oggi - chiarisce - la fotografia aiuta molto questo mondo schizzato che ha necessità di bombardarci con miliardi di notizie in brevissimo tempo. L'immagine racchiude in uno scatto ciò che si vuole mettere in evidenza, spaziando dalla pubblicità alla cronaca. Le strade delle città sono ossessionate dalle immagini affisse ovunque e il nostro occhio anche non volendo acquisisce tutto ciò e lo riporta. Basta andare sui social network e guardare le foto che ormai tutti hanno la possibilità di fare con tablet e cellulari". "Penso - sottolinea - che l'arte in una fotografia non stia nel fatto che sia di un autore famoso o in b/n o che provenga da un reportage, penso che derivi da quello che comunica indipendentemente dal soggetto che rappresenta. Quando si osserva un'opera di ingegno, fotografia o altro, si deve venire coinvolti nel messaggio che c'è dietro quando questo messaggio ci arriva urlato e ci emoziona vuol dire che l'artista ha messo dentro la sua anima". "Al momento - aggiunge Marina Rossi - sto lavorando al mio nuovo progetto 'Magic Woman' che ha nuovamente come protagonista la donna: in questi ritratti voglio esaltarne la bellezza intrinseca, ponendola in contesti, alcuni anche stereotipati, che ne esaltino il mistero che da secoli la avvolge. Per il mese di settembre ho già in programma una personale presso l'hotel Cellai situato nel centro storico di Firenze. Per il resto sto lavorando come art director per l'associazione culturale 'La strada dell'arte' per promulgare la diffusione dell'arte attraverso l'organizzazione di eventi a scopo benefico con il coinvolgimento di importati artisti del panorama nazionale e internazionale. La fotografia è parte integrante della mia vita, è quello che mi permette di esprimere e comunicare il mio pensiero, ma è anche scandire gli attimi della vita, per non dimenticare e non essere dimenticati".