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Vinitaly: il Rapporto, italiani sempre più turisti del vino

AdnKronos
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Roma, 3 apr. (Labitalia) - L'enogastronomia si conferma un importante driver di viaggio. Pur essendo una proposta relativamente recente rispetto ai tradizionali segmenti, il turismo legato a cibo e vino è andato rafforzandosi e articolandosi facendo registrare numeri sempre in crescita. Aumenta la fruizione di esperienze a tema enogastronomico, che diventano patrimonio comune per i turisti italiani, a prescindere che si muovano per turismo balneare, di montagna o per business. Se nel 2016 le ricerche avevano evidenziato il 21% degli italiani in viaggio interessati a questo tipo di turismo, con un incremento, nel 2017 al 30%, nel 2018 questo valore è ulteriormente cresciuto. Ben il 45% dei turisti italiani negli ultimi tre anni ha svolto un viaggio con questa motivazione, con un aumento del 48% rispetto all'anno precedente. È una delle principali evidenze che emerge dal Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019: la ricerca sul settore che, a pochi giorni dal Vinitaly, restituisce un quadro dettagliato di questo segmento turistico e ne delinea le principali tendenze dal punto di vista della domanda e dell'offerta, che ha visto la collaborazione di docenti di Università italiane ed esperti del settore, con un comitato scientifico internazionale. "Nel corso degli ultimi anni il ruolo dell'enogastronomia nel turismo è profondamente cambiato, sia sul fronte del comportamento dei turisti, sia su quello dell'offerta. Si tratta di un dato importante, che non solo certifica la crescente rilevanza di questo segmento turistico tra i viaggiatori del Belpaese, ma che deve diventare un forte elemento di attenzione per tutte le destinazioni italiane, per stimolare un'offerta eno-gastro-turistica sempre più strutturata", sottolinea Roberta Garibaldi, docente all'Università di Bergamo e curatrice del Rapporto. L'86% dei turisti italiani ha partecipato ad almeno cinque tipologie di esperienze enogastronomiche diverse nel corso dei viaggi compiuti negli ultimi 3 anni. Fra le più popolari figurano, oltre al gustare prodotti tipici, visitare un mercato (82%) e il recarsi presso bar e ristoranti storici (72%). Grande interesse suscitano le esperienze di visita ai luoghi di produzione, con in primis le aziende agricole (62%) che registrano un tasso di interesse maggiore rispetto alle cantine (56%). Dati che indicano, rispetto al 2017, un sostanziale aumento del numero di italiani che ha partecipato a questo tipo di esperienze. Gli incrementi maggiori si registrano per le esperienze culinarie nei ristoranti e bar storici (+16%), eventi legati al cibo (+16%), il mangiare piatti tipici in un ristorante del luogo (+15%) e le visite in aziende agricole e vitivinicole (+15%); a seguire i mercati (+13%) e i ristoranti etnici (+12%). Nonostante ciò, permane una domanda inespressa di esperienze a tema che indica l'esistenza di un mercato potenziale ancora da soddisfare. A livello complessivo, la differenza media tra desiderio e fruizione si attesta intorno al 22% della totalità dei turisti e tende ad essere più accentuata per alcune esperienze: in particolare, la visita a fabbriche del cioccolato (in cui il gap tra desiderio e fruizione si attesta sul 54%), pastifici (39%) e viaggi enogastronomici di più giorni organizzati da un'agenzia (36%). Il vino si conferma un importante fattore di attrazione. Se dai dati del 2017 era emerso che il 41% degli italiani in viaggio aveva visitato negli ultimi tre anni un'azienda vitivinicola e il 35% partecipato a un evento a tema, le ricerche relative a fine 2018 attestano la crescita di questi valori, portandoli rispettivamente al 56% e al 44%. Anche sul tema vino si conferma il fatto che il desiderio di scoprire e fare esperienze sul tema è divenuto, negli anni, un elemento trasversale che interessa non solo una cerchia ristretta di appassionati, ma un pubblico vasto, diversificato, che vede la maggior parte dei visitatori interessati a un'opportunità di arricchimento culturale. Cambia il profilo di chi giunge in cantina, e cresce parimenti anche il desiderio di nuove proposte e servizi che possano arricchire la visita, aprendo una nuova sfida per le cantine: organizzare visite segmentate, che possano soddisfare i diversi profili dei visitatori, che diventino vere e proprie esperienze, con un valore intrinseco, anche economico, rilevante che può essere con interesse pagato dai visitatori. A seconda del posizionamento strategico della cantina, si possono prevedere nuove offerte, curate nel servizio e nello storytelling, e magari nuovi allestimenti, con uno sguardo alle nuove tecnologie. Dalla realtà aumentata ai tavoli da degustazione digitali, la tecnologia può affacciarsi per completare l'esperienza prima, durante e dopo la visita e soddisfare i Millennials che diventano un target di interesse. Sempre più cruciale la figura dell'hospitality manager, che necessità di competenze dedicate per curare con efficacia questo passaggio.

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