Fiere: Macfrut, per ortofrutta flessione export ma resta 1a voce agroalimentare
Rimini, 4 apr. (Labitalia) - Dopo il 2017 dei record con il superamento del 'muro' dei 5 miliardi di euro di export (5,2 miliardi per la precisione), il 2018 ha registrato per il settore dell'ortofrutta una flessione arrivando a quota 4.891 milioni di euro (3.391 milioni la frutta, 1.500 milioni gli ortaggi), secondo i dati di Ice Agenzia. La diminuzione ha toccato in misura minore gli ortaggi (-3,06%) rispetto alla frutta (-8,2%). Sono i dati diffusi in occasione della presentazione di Macfrut, fiera internazionale dell'ortofrutta, in programma nei padiglioni fieristici di Rimini dall'8 al 10 maggio. Il comparto ortofrutta è uno dei settore strategici del made in Italy, rappresentando il 18% dell'export agroalimentare, valore che sale al 31% se si aggiunge l'ortofrutta lavorata e conservata. Il dato aggregato, evidenzia come l'ortofrutta sia la prima voce dell'export agroalimentare con un valore di 8.438.573 migliaia di euro, contro i 6.204.963 migliaia di euro del vino, seconda voce. Per quanto riguarda la frutta l'82,7% dell'export italiano è concentrato nei paesi dell'Unione europea, con quote minori per gli altri mercati mondiali: 6,8% l'Europa non Ue, 5,2% Asia, 3,4% America, 3,2% Medio Oriente. In flessione il top clients dell'Italia, ovvero la Germania, che da sola assorbe quasi un terzo dell'export di frutta, con oltre un milione di euro (-9%). In crescita il secondo mercato, quello francese, con 421 milioni (+2,7%) e il terzo, svizzero (+2,4). A seguire altri mercati in calo: Austria (-6%), Regno Unito (-7,2%) e Spagna (-26%). Da segnalare, la crescita in doppia cifra di alcuni mercati come Israele (+28,2%), Giappone (+27%) e Qatar (+21%). Ancora più dipendente dai paesi dell'Unione europea il mercato degli ortaggi concentrato per l'89% nella Ue. Anche qui è la Germania a fare la voce più grossa determinando un terzo del valore (446 milioni di euro), anche in questo caso col dato in flessione -5,5%. Bene il secondo mercato, quello francese, con un +2,7%, a seguire altre performance negative in ordine di peso: Austria (-5,3%), Regno Unito (-9,6%), Svizzera (-9,5%). Crescono in doppia cifra mercati come Slovacchia (+27,6%), Repubblica Ceca (+25,9%) e Danimarca (9,1%).