Pa: consulenti lavoro, bene deleghe a governo per migliorare qualità servizi
Roma, 7 mag. (Labitalia) - In occasione dell'audizione del 7 maggio, presso la XI commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro ha espresso il suo apprezzamento sul ddl 1122, che conferisce deleghe al governo per efficientare la Pubblica amministrazione e migliorarne la qualità dei servizi, intervenendo sulle norme che regolano i rapporti di lavoro con i dipendenti. Nel ribadire che gli ordini, i collegi professionali, i relativi organismi nazionali e gli enti di natura associativa adottano regolamenti propri in materia, tenendo presente i principi del decreto legislativo 165/2011, con esclusione delle norme di razionalizzazione e contenimento della spesa in quanto gli ordini non gravano sulla finanza pubblica, la categoria ha suggerito di classificare gli stessi come "enti pubblici non economici a valenza associativa", precisando che le norme che riguardano le pubbliche amministrazioni trovino applicazione nei loro confronti solo in caso di esplicito riferimento agli stessi. Per migliorare il sistema pubblico ed evitare che l'uscita anticipata dal lavoro con Quota 100 determini una "crisi della Pubblica amministrazione" e, di conseguenza, una diminuzione della qualità dei servizi erogati e un aumento dei tempi di riscontro da parte della stessa, il Consiglio nazionale ha suggerito di rendere più fluido il reclutamento e la mobilità di personale tra enti pubblici. In particolare, è stato proposto di utilizzare verifiche psico-attitudinali, strumentazioni e piattaforme informatiche di supporto alle procedure selettive per snellire e velocizzare le procedure per l'assunzione di nuovo personale e, al tempo stesso, di dare priorità alla mobilità volontaria rispetto a quella obbligatoria, istituendo una piattaforma informatica con un unico data base nazionale che consenta l'accesso a tutti gli enti pubblici e a tutto il personale in servizio. Positivi, secondo il Consiglio nazionale, i criteri introdotti per ridurre gli oneri amministrativi sui processi di valutazione della performance, nonché il coinvolgimento degli utenti delle Pa nelle fasi di elaborazione e accertamento degli obiettivi dell'amministrazione. Così come, in materia di riordino della disciplina della dirigenza, si apprezza la volontà di unificare in capo alla Scuola nazionale dell'amministrazione la gestione delle procedure concorsuali riguardanti i ministeri.