Cerca
Cerca
+

Sostenibilità: FutureBrand, per consumi e stili di vita importante ruolo brand

AdnKronos
  • a
  • a
  • a

Roma, 31 lug. (Labitalia) - "Dalle proteste ecologiste ispirate a Greta Thunberg fino ai piccoli gesti quotidiani, aumentano i segnali di attenzione verso la salute dell'ecosistema e si afferma la consapevolezza che le sorti del pianeta dipendono da noi e non da un ipotetico 'altro'. I consumi alimentari, e tutto quello che ruota attorno a essi, sono uno dei fattori che più impattano sull'ambiente. Dal seme alla tavola: la filiera è lunga, articolata e ci riguarda tutti. Per questo è importante valutare gli stili di vita anche in base alla loro ecosostenibilità". Ad affermarlo un'analisi di FutureBrand (Network globale di consulenza di branding e innovazione, parte di Interpublic Group) dedicata al tema della salute dell'ecosistema alle tendenze delle imprese del ramo. Un approfondimento riguarda i vegani e i vegetariani. "Con la loro filosofia essenziale - sottolineano nello studio Lorenzo Corengia, account director, e Alejandra María Hoyos, strategist - contribuiscono alla tutela delle risorse naturali, e non sono i soli. I Flexitariani, un movimento in rapida crescita, applicano un credo meno rigido, ispirato a una dieta che abbina alle proteine vegetali anche quelle animali ma in percentuale molto ridotta". E se la domanda cresce, spiegano, "i brand più veloci a interpretare i cambiamenti dei consumi stanno già sperimentando prodotti e soluzioni per conquistare vegani, vegetariani e flexitariani". Ma, sul fronte alimentare, basta la drastica diminuzione dei consumi di carne per salvare il pianeta? "Per nulla: mangiare sano - avverte lo studio - non è sufficiente, anzi, può addirittura essere controproducente per l'ambiente. Usando il calcolatore sviluppato da Bbc, si scopre quanto costa in termini di inquinamento addentare, per esempio, una normale mela. Compilando i campi richiesti, l'algoritmo rivela in pochi secondi qual è l'impatto sull'ambiente di un'abitudine alimentare considerata sana". Servono quindi acquisti più consapevoli e, in questo senso, alcune risposte concrete arrivano dalla grande distribuzione. "È cruciale che i brand e le insegne della distribuzione - dice lo studio FutureBrand - si impegnino a realizzare azioni più concrete e meno di facciata. L'attenzione è ancora interamente rivolta a equazioni tipo superfood = benefici per la salute, ma si omette di dire che, per esempio, le preziose bacche di Gojji per arrivare sulla nostra tavola hanno viaggiato dalla Cina e sono state imballate con materiale accoppiato non riciclabile. Vantaggi per l'ambiente? Nessuno, anzi". "Il consumatore - avverte - va aiutato a conoscere le logiche che stanno dietro alle sue scelte, perché possa guardare oltre la dieta vegana o flexitariana e agire consapevolmente. Ai brand viene chiesto di assumere una posizione netta e di sforzarsi ad attuare politiche più serie e concrete. Siamo di fronte a questioni tangibili, che vanno risolte cambiando abitudini e facendole cambiare". "I giovani sono pronti a fare la loro parte, ma hanno bisogno di strumenti, i brand possono aiutarli. Qualsiasi gesto pro-ecosistema, se ben comunicato, può produrre effetti positivi anche sul business oltre che su Madre Natura. Il futuro è un impegno a cui non ci si può sottrarre", conclude.

Dai blog