Lazio: associazioni animaliste, 'sindaco Montopoli di Sabina fermi maltrattatrice'
Roma, 9 dic. (Labitalia) - "Nonostante numerose denunce e condanne per maltrattamento, già a partire dal 2014 e l'ultima recente condanna per minaccia a pubblico ufficiale, Barbara Cavicchioli di Montopoli di Sabina non si ferma: continua a prendere cani e animali, che poi detiene in condizioni allucinanti. Denutriti, malati, senza cure e rinchiusi in gabbie dove alcuni perdono anche l'uso delle zampe". E' l'ennesima denuncia che lanciano tre associazioni e Rescue animalisti, Incrociamolezampe Onlus di Sutri, Bassotti e poi... più Onlus e MusiSereni Onlus di Viterbo, che da anni si battono perché la maltrattatrice sia fermata. "Scandaloso che Cavicchioli -continua la nota delle associazioni- continui a violare, oltre ai sigilli posti alle gabbie presso la sua abitazione, anche l'ordinanza del sindaco di Montopoli di Sabina che le vieta di detenere animali. Ci chiediamo che senso ha emettere un'ordinanza se poi non si vigila sul suo rispetto", chiedono le associazioni che aggiungono: "Questa situazione va fermata ora: ci appelliamo al sindaco di Montopoli di Sabina perché faccia tutto quanto in suo potere per fare rispettare il divieto di detenzione animali nei confronti di Barbara Cavicchioli", dicono. "Otto sequestri -proseguono le tre associazioni- effettuati presso il domicilio di Cavicchioli, hanno portato a scoprire oltre 450 animali, tra cui cani, gatti e anche cavalli, in condizioni precarie di vita e, purtroppo, in alcuni casi, già deceduti per gli stenti". "Tuttavia, nonostante l'intervento della Giustizia -ricordano Incrociamolezampe, Bassotti e poi.. più e MusiSereni- non si riesce ad impedire che Cavicchioli continui ad accumulare animali". "L'ultima scoperta -dicono le associazioni- è di pochi giorni fa. Ringraziamo le Forze dell'ordine che si sono dimostrate collaborative, insieme alla Asl, che è anche riuscita a fermare delle intestazioni di cani a Cavicchioli, che prosegue, imperterrita, la sua missione criminale, diffondendo messaggi con richieste di adozione e riuscendo, purtroppo, a farsi affidare poveri animali che poi vendono sottoposti a crudeltà indicibili", conclude la nota delle tre associazioni.