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Reti sociali, il boom è appena cominciato

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Linkedin, viadeo, Facebook o Twitter: è nato da zero un universo parallelo di connessioni. Private e professionali

Tatiana Necchi
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di Rita Bonucchi - Il mio vicino, in treno, sbircia un po' sullo schermo del mio notebook miniaturizzato. Forse è incuriosito da FriendFeed, dal quale vedo che sullo stesso treno c'è qualcuno che conosco, ma anche che un collega ha scritto sul proprio blog un articolo essenziale per il mio aggiornamento. Un'occhiata a Facebook e noto che finalmente è uscito il libro di un'amica. Da Linkedin mi accorgo che Lesley, con la quale ho lavorato a Bali, si è specializzata sull'ecosostenibilità. Interessante per i miei soci del Tiger Project che si occupano di internazionalizzazione dal quarantesimo piano delle Petronas Tower a Kuala Lumpur. Controllo subito sul profilo se parla anche la lingua malese oltre a quella indonesiana. Il mio vicino, che ha pile di curriculum vitae sul tavolino, potrebbe, invece, controllare se ciò che gli è stato inviato corrisponde alla reputazione che un candidato ha in rete. Niente di nuovo sotto il sole, ma dieci anni fa il 90% di queste informazioni, connessioni, idee, sarebbe stato indisponibile, fuori tempo o semplicemente sarebbe andato perso. Trovare un lavoro, mantenere un lavoro, offrire un lavoro, svolgere meglio il proprio lavoro: sono tutti obiettivi che oggi si possono raggiungere con l'aiuto del web, in particolare dei social network. I nomi sono esotici e fantasiosi. Sono dedicati al mondo del lavoro (Linkedin, Viadeo, Xing, Naymz) oppure più generici come Facebook. Si integrano in ambienti che riesce difficile definire (FriendFeed), o permettono il microblogging (Twitter). Divertimento e dipendenza per nativi digitali o strumenti realmente utili che influiscono sulla nostra vita? E soprattutto: cosa cambia nel lavoro ai tempi del web e dei social network? I primi a utilizzare la rete e le sue infinite sfaccettature per cercare o migliorare il proprio lavoro sono stati, ovviamente, i lavoratori del web. Erano la popolazione di Linkedin al momento del lancio nell'autunno del 2002, poi sono arrivate le figure legate al marketing, e oggi vi si trovano anche i commercialisti (anzi “Commercialista”, così è conosciuto Andrea Arrigo Panato, commercialista di grido), oltre agli avvocati e chiunque voglia gestire al meglio la propria visibilità sul web. Per le aziende sono disponibili strumenti ad hoc, oltre a una ricerca avanzata che permette di analizzare un database di settanta milioni di curriculum vitae. I social network permettono di curare una rete sociale, nella pratica significa sapere (e far sapere) in diretta che qualcuno ha cambiato azienda, che sta affrontando una trasferta, che ha ottenuto una promozione. Non c'è nulla di nuovo, in fondo, nell'impatto che l'utilizzo del web e in particolare dei social network hanno sul lavoro. Non c'è nulla di nuovo nel senso che le reti sociali esistono da sempre e le carriere si fondano anche e pesantemente sulla gestione delle relazioni. Sono nuove, invece, le modalità con le quali questi sistemi vanno gestite e l'impatto quantitativo, insieme all'accelerazione dei processi. Ieri avevamo bisogno di tre mesi per fare il giro dei contatti, oggi possiamo far sapere loro, in tempo reale, che abbiamo un'opportunità da offrire e possiamo contare sulle loro connessioni, diffondendo velocemente come mai prima messaggi e aggiornamenti. Messaggi e aggiornamenti che saranno sempre più disponibili sui motori di ricerca e quindi reperibili anche a posteriori. Questo modo di lavorare, ovviamente, comporta anche la necessità di acquisire nuove competenze, cautele, accortezze e implica una nuova gestione del tempo. Così come ieri per molti non era opportuno dedicare una percentuale preponderante del lavoro a conferenze e lettura del quotidiano in ufficio, oggi il social network non deve diventare l'occupazione principale e interferire con la produttività. Abbiamo imparato a fare tante cose nuove e impareremo certamente anche a utilizzare proficuamente i social network nel lavoro.

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