Processo mediatico

La D'Urso intervista Berlusconi quanta ipocrisia nelle polemiche

Lucia Esposito

  di Malabarba Con la schiena e le ginocchia degli altri sono tutti grandi giornalisti, irreprensibili esercenti della libertà di pensiero, maestri d’indipendenza che ingoiano pane e coraggio. Chiunque si sente in diritto di crocifiggere Barbara d’Urso che si è resa colpevole, domenica pomeriggio, di intervistare Silvio Berlusconi.  Lo ha fatto a modo suo, con lo stile conviviale che contraddistingue i programmi pomeridiani. Dopo tutto Domenica Live non è un programma di giornalismo d’assalto: è un contenitore per famiglie, in cui l’informazione si mescola all’intrattenimento.  Lo ha fatto con garbo, e questo - secondo le menti illustri della sinistra sparse nei giornali e su Twitter -  non le si può perdonare. Berlusconi bisogna aggredirlo, spolparlo, male che vada metterlo in ridicolo. Se ne deduce che la d’Urso si è macchiata di piaggeria, si è comportata da serva. Anzi, è una serva, visto che lavora per Mediaset, cioè l’emittente del Cavaliere. Poi c’è il  problema del famigerato «fuori onda», cioè delle  paroline che Silvio si è lasciato sfuggire a microfono acceso un attimo dopo che la conduttrice aveva lanciato la pubblicità. Proprio sulla sigla, il Cav ha pronunciato: «Mi domandi...». La frase è stata prontamente isolata dagli ascoltatori fanatici di internet e trasformata in capo d’accusa: il Caimano ha messo in bocca a Barbara la domanda successiva. Sulla questione si sono presi a randellate, sempre via Twitter, Alessandro Sallusti ed Enrico Mentana: il primo a sostegno di Barbara, il secondo contro.      Intervista della D'Urso a Berlusconi: guarda il fuorionda delle polemiche su LiberoTv   Elencati gli argomenti del processo mediatico contro la presentatrice, forse è il caso di mettere da parte qualche ipocrisia. Intanto, non esiste politico al mondo - di qualunque schieramento - che non chieda al conduttore di un programma di poter discutere di un argomento particolare. Anzi, spesso e volentieri gli esponenti di partito pretendono anche di aver voce in capitolo sugli ospiti presenti in studio. Il fuori onda di Berlusconi non è nulla di scandaloso, tanto più che su quelle due mezze parole non si può costruire chissà quale impalcatura.   In secondo luogo, sarebbe il caso di guardare come si comportano gli altri conduttori italiani. Compresi i giornalisti che presentano trasmissioni di approfondimento politico ben diverse da quella della d’Urso. Andate a riguardare le interviste adoranti di Fabio Fazio a Mario Monti, Carlo De Benedetti o  Pier Ferdinando Casini. A confronto, la conversazione di Barbara con Berlusconi è un faccia a faccia all’ultimo sangue. Vogliamo parlare poi di Lilli Gruber che si scioglie davanti a Ezio Mauro o Eugenio Scalfari? E perché non citare pure il colpo di tacco di Gad Lerner nell’ultima puntata dell’Infedele, quando  - accomodato al cospetto di Elsa Fornero - annuisce con decisione giustificando le di lei «lacrimucce».  Nei casi appena citati, nessuno ha fiatato. Con la d’Urso, invece, scendono in campo le associazioni e gli esponenti politici a chiedere che intervenga l’Agcom e che si rispetti la par condicio (che deve ancora iniziare). Già, peccato che nessuno si sia scandalizzato per lo spazio concesso sulla Rai alle primarie del Pd, al Tg1 e in format appositi. Han tutti la schiena dritta, se non c’è niente da perdere.