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Mario Giordano, i mille giorni di Matteo Renzi: tv, sorrisi e canzoni

Andrea Tempestini
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La tv non manca mai, i sorrisi figuriamoci. E ora, evviva, sono arrivate pure le canzoni: lo storico paroliere di Iglesias ha voluto dedicare un testo a Maria Elena Boschi che comincia così: «A prima vista fai innamorare per quel tuo fascino vellutato che non si lascia decifrare, sei come la compagna di scuola del liceo, il simbolo dell'amore dove il sesso si fa reo». Al di là della qualità artistica della rima, decisamente all'altezza di altri versi memorabili, come: «Lei non dice mai parole, odia il vento e il sole, è Manuela» oppure «Sono un pirata ed un signore, professionista nell'amore», è evidente che il governo, con questo importante atto politico al sapor di Julio, ha trovato la sua nuova linea: Tv, sorrisi e canzoni. Altro che mille giorni: il vero programma è Superclassifica show. E quindi c'è da sperare che arrivi finalmente qualcuno in grado di dare un po' di concretezza e contenuti: speriamo tutti nel SuperTelegattone Oscar. «Per l'attore ed il cantante sono un premio inebriante miao / Gullit e Ramazzotti io li ho visti ragazzotti miao». Ricordate? E allora avanti, fate partire la sigla, ci manca solo Maurizio Seymandi ma in fondo anche Matteo Renzi non è male. Nella personale superclassifica show del premier, per esempio, non c'è giorno che non entri una battuta, magari anche una parola nuova: ieri era l'«annuncite», oggi la «supplentite», domani magari sarà la «cazzeggite» o la «bischeratite», nota malattia che coglie chi le spara troppe grosse. Ma che importa? La Tv c'è sempre, il sorriso pure, la musica non manca. Quando a intonare il coretto non ci pensano gli scolaretti di Siracusa («Giovinezza, giovinezza»), ecco che arriva il soccorso del paroliere di Iglesias: «A prima vista fai innamorare…». E lei, «la compagna di scuola del liceo, simbolo dell'amore dove il sesso si fa reo», cioè Maria Elena Boschi, al secolo la star del governo, si trova perfettamente a suo agio in questo programma da SuperTelegattone, che fa anni Ottanta proprio come la generazione di Renzi, cresciuta a pane e Ruota della Fortuna. Infatti narrano le cronache che la signora ministro diveggia alla festa nazionale dell'Unità, fra flash e selfie, naturalmente tanti sorrisi un po' di Tv. Così ha trasformato l'appuntamento di Bologna in una passerella personale e chiaramente è in testa all'hit parade. Quando poi le anticipano la canzone del paroliere di Iglesias, risponde da par suo citando «Manuela» e «Se mi lasci non vale»: «Amo la melodia italiana», s'entusiasma. E poi sceglie anche l'interprete giusto per cotanto testo: Cesare Cremonini. Anche se, a dir la verità, uno che ha passato l'estate a cantare «Logico» forse avrebbe qualche problema a occuparsi della politica italiana Va beh, ma che importa? Canta che ti passa, come dicevano i nonni. O meglio: Tv, sorrisi e canzoni come rilancia la nouvelle vague della politica nazionale. Un giorno c'è il carretto che passava e quell'uomo gridava gelati (Battisti), un altro c'è «Passo dopo passo, e la strada si apre» la canzone scout che diventa nuovo slogan di governo. E se si gioca a tirarsi secchiate d'acqua in testa, si può sempre cantare «Piove, guarda come piove» di Jovanotti, che fa tanto chic. L'importante è non dare a Renzi una hit straniera: con l'inglese non ci azzecca molto, con il francese ha appena fatto brutte figure. Ma per il resto la Superclassifica show può proseguire senza intoppi: il Paese non canta più, il governo fin troppo. Se poi, di tutto quel che si canta, poco si realizza, che importa? L'"annuncite" si guarisce con il crono programma, la "supplentite" sparisce in virtù di magiche linee guida sufficientemente vaghe da non dire nulla. L'altro giorno, per esempio, Renzi annunciava l'assunzione in cattedra di 100mila precari, ieri ha anticipato il piano della scuola e dei 100mila precari non ha più parlato. Scelta? Dimenticanza? Non c'è differenza: 100mila più, 100mila meno. Quel che conta è: Tv, sorrisi e canzoni. Faremo 1000 asili nido in 1000 giorni, annuncia. Come? Con che soldi? Dove? Non importa. A luglio parlando dello Sblocca Italia citava 43 miliardi: l'altro giorno i miliardi si sono ridotti a 10, che poi in realtà sono 3,8 ma poi forse anche meno. Ma a qualcuno interessa qualcosa? L'importante è che lo show continui. Tv, sorrisi e soprattutto tante canzoni. Fra l'altro, quella del paroliere di Iglesias, si chiama "Immagine". Non poteva essere altrimenti. Anche se forse era meglio: Immaginite. di Mario Giordano

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