Seggi in fumo
Qui di seguito un suggerimento per i sostenitori della Lista Tsipras: ma prima occorre riassumere il caso di Barbara Spinelli. Dunque. La rinomata e pensosa editorialista, il 14 marzo 2014, accetta una candidatura alle elezioni Europee come capolista per la Lista Tsipras, ma lo fa con l'obiettivo di "lasciare il seggio a candidati che hanno più energie e competenze". Lo dice in tutte le salse, anche in tv, lo dice lei e lo dice anche Moni Ovadia, altro candidato di richiamo. Poi c'è la campagna elettorale e la Spinelli non mette un euro, ma pazienza. Poi, il 25 maggio, viene eletta, ma prima di cedere la poltrona dice che deve pensarci. Moni Ovadia, invece, non deve pensarci: si dimette subito. Lei invece continua a pensarci, sinché il 7 giugno decide che si terrà il seggio e lascerà a casa Marco Furfaro di Sel, figlio di un operaio. Poi decide, diversamente dalle aspettative, che alla Lista Tsipras non destinerà nessuna quota del suo stipendio da europarlamentare. Poi, nei mesi successivi, a Strasburgo, la Spinelli brilla per assenteismo e partecipa a 3 votazioni su 39 (7,69 del totale) comprese alcune su Palestina, Ucraina, Nigeria e Iraq. E arriviamo a ieri: Barbara Spinelli, la Lista Tsipras, la molla proprio; passa nel gruppo Sinistra Unitaria Europea e annuncia che in Italia non entrerà in nessun gruppo, anche se è in Italia che è stata eletta. Che cosa rimane, dunque, ai sostenitori della lista Tsipras? Spinelli, non come cognome ma come suggerimento. di Filippo Facci @FilippoFacci1