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Gli italiani e i piaceri veri

Prima l'amore, poi la pasta

Silvia Tironi
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È proprio durante il tempo della crisi economica che gli italiani riscoprono i piaceri autentici, generando nuove scale di valori. Si riscoprono il piacere della compagnia, il valore intrinseco delle piccole cose quotidiane e il fare qualcosa per gli altri prima che per se stessi. Questo è quello che emerge dal sondaggio di Voiello “Gli Italiani e i piaceri veri” – realizzato da Gfk-Eurisko su un campione di 1280 persone tra i 18 e i 64 anni –  che indaga il rapporto tra gli italiani e i piaceri che sopravvivono a tutto, anche ai periodi di crisi. Nonostante i numerosi chiari di luna, infatti, la ricerca evidenzia che a guidare il senso della vita degli italiani sono soprattutto le piccole gioie che migliorano la qualità della vita. Al primo posto, con il 79% delle preferenze (quasi 8 su 10), troviamo l'amore, seguito dai piaceri della compagnia e del buon cibo con il 33%. Tra i piaceri della tavola trionfano la pasta con il 47% di preferenza degli italiani, in particolar modo se mangiata con gli amici, e il profumo del pane con il 27%. La condivisione e la gioia di cucinare per chi si ama diventano, quindi, gli elementi centrali dei piaceri semplici: un piatto di pasta a tarda sera con gli amici conquista il 25% dei consensi, seguita con il 22% dalla pasta al forno della domenica, insieme alla propria famiglia. Dalla ricerca emerge, altresì, che la percezione del piacere varia moltissimo a seconda del genere. Infatti, le donne identificano il piacere vero legandolo, principalmente, a delle sensazioni emotive, mentre per gli uomini  si tratta essenzialmente di piacere fisici. Inoltre, il sondaggio ha proclamato le nuove capitali del gusto, scalzando la ‘'Milano da bere” dalla tradizionale geografia italiana del piacere. Le nuove città simbolo del ‘saper vivere' diventano Roma, Firenze e Napoli per la loro cultura conviviale che sconfigge la superficialità dei piaceri frivoli e modaioli.

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