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Giordano a Mughini:caro Giampiero,nulla giustifical'amaro Giuliano

Il Dottor Sottile prende 31mila euro di pensione al mese. Ci spieghi cos'ha fatto di straordinario per prendere tutti quei soldi

Matteo Legnani
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di Mario Giordano Caro Mughini, sarà che la ormai certa  vittoria dello scudetto da parte della tua Juventus ti ha inebriato, ma su Amato hai preso una serie di sfondoni che credo facciano arrabbiare coloro che in queste ore si  augurano che non sia lui l'incaricato. Cominciamo dalla questione del suo vitalizio da 31mila euro? L'ho tirata fuori io e non mi sento per niente «miserevole», come dici tu. Anzi sono orgoglioso di aver fatto sapere agli italiani la verità sulla doppia pensione d'oro di colui che ha tagliato le pensioni a tutti gli italiani: 22mila euro come professore universitario e 9mila euro come ex parlamentare, totale 31mila euro.  Sono dati certificati, documentati, veri, si possono ripetere finché si vuole senza rischio di denuncia e di querela: lo dico perché ancora ieri il Dottor Sottile ha provato a confondere le acque, parlando di azioni legali che non riguardano e non possono riguardare una verità assoluta. Amato prende 31mila euro lordi di pensione al mese. Siamo disposti, e legittimati, a ripeterlo fino allo sfinimento. Tu, caro Mughini, dici che non è una colpa avere pensioni alte se si è guadagnato e si sono versati molti contributi. E qui viene, per l'appunto, il problema che tu non capisci o fingi di non capire: il punto è proprio quello, le due pensioni di Amato sono sproporzionate rispetto ai contributi versati. Quella Inpdap da 22mila euro  la prende come ex professore universitario. Ebbene: c'è un professore universitario che guadagna 22mila euro al mese? Me lo presenti, caro Mughini? Amato è andato in pensione a 59 anni: come faceva ad aver versato contributi per una pensione da 22mila euro al mese con lo stipendio da professore universitario?  La verità la conosci: la sua rendita è magicamente più alta grazie al famoso “ricongiungimento” e a una serie di meccanismi, ora aboliti, che consentono, a chi ha una certa età, di percepire da pensionato rendite assai  superiore alle somme versate. È illegale? No. Ma è politicamente rilevante per chi ha tagliato le pensioni degli italiani? Penso di sì. L'altra pensione, poi, è il vitalizio da parlamentare. Anche quello come è noto non è coperto dai contributi, tanto è vero che ogni anno il Parlamento spende circa 200 milioni di euro (ora forse di più) per coprire la differenza tra  versamenti effettuati e vitalizi percepiti. Sono soldi che paghiamo noi. Soldi dei contribuenti. Estratti con le tasse. Con le cartelle fiscali che ammazzano le imprese e i padri di famiglia. E allora, caro Mughini, che cos'è più miserevole? Parlare di pensioni d'oro o aver vissuto per anni avvolti in questi privilegi mentre si costringevano gli italiani a tirar la cinghia? Io penso  la seconda, e sono convinto che anche gli italiani siano d'accordo con me. Ed è irrilevante che una delle due pensioni sia data in beneficenza, assolutamente irrilevante:  uno dei soldi può farne quello che vuole, darli in beneficenza, spenderli in lussi, giocarli al lotto, non cambia nulla: se è sbagliato il principio, non bisogna che li abbia. Tutto qui.  (Detto ciò, siccome insiste sulla pensione data in beneficenza, sarebbe così gentile il dottor Amato da mostrare le ricevute? Tutte? Aspettiamo con ansia) Se tu, caro Giampiero, hai lavorato molto e hai versato tanti contributi e alla fine della carriera ti riprendi i tuoi soldi nessuno ti dice nulla. Se un imprenditore ha un'idea geniale, la realizza e ci costruisce una fortuna, nessuno gli dice nulla. Ma Amato? Che cosa ha fatto Amato per meritare due vitalizi d'oro e non la semplice pensione da professore universitario, come tutti gli altri? Ha mai fatto qualcosa per cui possa essere ricordato nel mondo? Ha fatto scoperte eccezionali? Ha avuto intuizioni geniali? Macché: è sempre stato lì, da una poltrona all'altra, come una specie di Tarzan della cadrega, sempre alla ricerca di un incarico nuovo, sottosegretario con Craxi, poi presidente del Consiglio (due volte), poi ministro del Tesoro (due volte), poi ministro dell'Interno, poi l'Authority, la Treccani, persino il Comitato per i 150 anni della Repubblica: è da una vita che fa parte di quel gruppo dirigente che ha la colpa storica di aver portato il Paese allo sfascio. E lui che ha prodotto di buono? Nulla, a parte il doppio vitalizio per sé. Ecco perché il doppio vitalizio diventa importante, politicamente rilevante. Perché è il simbolo di una classe politica che ha ottenuto tutto per sé e niente per gli italiani, che ha messo le mani nelle tasche dei contribuenti e si è riempita le proprie. Il prelievo nottetempo dal conto corrente non è un errore, uno sbaglio, una manovra avventata: no, è una rapina, un furto con scasso, un'operazione indegna anche del peggior regime sudamericano. Amato l'ha firmata, l'ha sottoscritta e solo ieri l'ha rinnegata, nella speranza di riavere l'adorata poltrona, insieme all'altra sua idea fissa, cioè la patrimoniale. Tu dici, caro Mughini, che preferisci chi dice «pane al pane» rispetto alle parole a vanvera di Grillo. D'accordo, ovviamente. Ma davvero ti senti (al netto dell'ebbrezza da scudetto) di dire che Amato è uno che dice «pane al pane»? Uno che viene di notte a mettere le mani nel portafoglio e poi giura «non lo faccio più»? Uno che sostiene la patrimoniale fino al giorno in cui lo candidano a Palazzo Chigi e poi si smentisce? Uno così vigliacco da bigiare persino i funerali della persona  di cui era stato collaboratore fidato, e cioè Bettino Craxi? Questo sarebbe un uomo capace di dire «pane al pane»?  Uno che ha seppellito tutti, Repubbliche comprese, ma non il suo amico più caro? Riprenditi, Mughini, lo scudetto passa, la crisi resta. E riusciremo a superarla solo se avremo persone diverse da queste. Magari capaci di produrre qualcosa di più che un paio di pensioni per sé.

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