Bottiglie d'acqua per Eluana
Il papà: stanco delle polemiche Interviene il Senato
Milano - Sono tanti gli appelli rivolti a Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna in coma permanente dal 1992, affinché cambi idea e decida di non sospendere le cure che tengono in vita sua figlia. Giuliano Ferrara, già paladino della lotta pro-vita contro l'aborto, ha lanciato un appello: lasciare sul segrato del Duomo di Milano delle bottiglie d'acqua, acqua per Eluana, per protestare contro chi la vuol far morire di fame e di sete. Scrive il Foglio in un articolo di ieri: “Molti nel mondo hanno sete e rischiano di morire. Ma nessuno come Eluana Englaro. Nessuno per sentenza di un giudice. Nessuno per evoluzione della cultura. Nessuno per disperata decisione paterna. Nessuno nel muto nome di una sua volontà precedente. Nessuno come campione umano per la statuizione di una legge di testamento cosiddetto biologico o di eutanasia. Nessuno come cavia ideologica di un passo ulteriore nella via della scristianizzazione radicale del mondo. Nessuno ha sete per un banale incidente filosofico divenuto religione civile universale, la religione della buona morte, la morte buona, capace secondo i modernisti di conferire dignità alla persona che la riceve nel suo letto o autonomia e libertà a chi la dà nel suo grembo. Nessuno nel mondo muore di sete per vanità e necrofilia secolarista. A Eluana Englaro, come avvenne per Terry Schiavo, potrebbe succedere”. Ma Beppino Englaro non sembra intenzionato a cambiare idea. "La natura è stata violentata", ammette il papà di Eluana. "Andrò fino in fondo". E a libero-news: "Sono stufo di tutte queste polemiche, sono stanco di dare spiegazioni e lasciare commenti: alla fine sarà la volontà di Eluana a prevalere". Se numerose persone difendono la vita ad ogni costo, altri si battono affinchè il libero arbitrio venga rispettato fino alla fine. La vita è un dono, ma una vita come quella di Eluana può ancora definirsi tale? Libero-news ha contattato Marco Columbro. Il celebre show man nel 2001 fu colpito da un aneurisma cerebrale che lo tenne sospeso tra la vita e la morte per diversi mesi. "Io credo che il destino di tutti noi sia affidato alla volontà di entità superiori che ne decidono il corso", ammette Columbro, "ma in casi così estremi ed emblematici come quello di Eluana, ritengo che la volontà dell'essere umano conti più di qualunque altra cosa". "Capisco le intenzioni di chi difende la vita come bene supremo ma quando una persona è in coma irreversibile da oltre 16 anni ciò che dovrebbe prevalere è il buon senso e il rispetto per la dignità di chi versa in condizioni terribili da così tanto tempo". "Se Eluana in passato ha espresso il desiderio di non vivere in questo modo", conclude Columbro, "è giusto che si rispetti la sua volontà e che si stacchi la spina". D'accordo con Ferrara Adriano Celentano che così scrive al Corriere della Sera: “È chiaro che, per quanto mi riguarda, essendo un credente, nel senso che do per scontato che il nostro, qui sulla terra, nel bene e nel male, non sia che un misero microscopico passaggio in confronto a quella che sarà la vera Vita! Quella vita che Dio ci ha preservato nell'eterna Bellezza. E se poi penso alle parole di Gesù quando disse che «l'uomo non è padrone neanche di uno solo dei capelli che porta in testa», non posso che essere d'accordo con chi la difende, la vita”. Prosegue Celentano: “Forse Eluana vuol dirmi di non prendere in considerazione ciò che mi chiese in un momento di spensierata giovinezza?... Forse nei luoghi dove si trova ora non soffre e magari già intravede le meraviglie del cielo?... E se, contrariamente all'apparenza, si trovasse invece in uno stato di grande serenità, in attesa del trionfale ingresso nella vita celeste? O forse, chissà, di un ritorno a questa, di vita?... E poi ancora, la cosa che più di tutti mi domanderei: e se fossi proprio io a rattristare il suo animo, per il gesto che suo padre sta per compiere?”. Mentre si inseguono le voci pro e contro la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale sul corpo di Eluana, anche il Senato entra nel merito. La Giunta del Regolamento del Senato ha accolto la proposta del Presidente Renato Schifani di sottoporre all'esame della prima commissione permanente, Affari Costituzionali, la questione di un eventuale conflitto di attribuzione da sollevare tra Senato e Corte di Cassazione sulla vicenda di Eluana. Dopo l'esame della commissione si pronuncera' l'Assemblea. Nei giorni scorsi a Palazzo Madama era già stata presentata, primo firmatario Francesco Cossiga, la mozione che chiedeva al Senato di sollevare un conflitto di attribuzioni contro la Corte di Cassazione. Ma gli Ermellini sono pronti a respingere qualsiasi accusa: «Il Parlamento faccia quello che crede. Alla Cassazione era stata posta una domanda di giustizia e noi l'abbiamo resa». È il commento di Maria Gabriella Luccioli, presidente del collegio della Cassazione che si pronunciò sul caso di Eluana Englaro, sulla valutazione di un eventuale conflitto di attribuzione con la Suprema Corte. «Credo che ora su questa vicenda bisogna fare un po' di silenzio» ha aggiunto la Luccioli.