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Il Pd vuole i libri di destra al rogo

Alessandra Menzani
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Militia di Léon Degrelle (Le anime che bruciano, l' indomito titolo originale) è il racconto onirico di un nazista alla Evola. Sergio Ramelli, quando uccidere un fascista non è reato è un fumetto che butta benzina su una storia già incendiaria; Quando eravano femmine si può considerare un testo-bazooka -ben scritto- contro il femminismo. I leoni morti di Saint-Paulien trasforma un volontario delle Waffen-SS in una sorta di avventuroso Indiana Jones. A parte la monotonia dei temi, i suddetti libri non svettano, diciamo, nella mia biblioteca ideale. Anzi. Eppure m' inquieta assai il fatto che, per metterli al bando in una biblioteca pubblica, si evochi una normativa - la Legge Fiano che cancella ogni sentore di «fascismo» - prima ancora che essa entri in vigore. Accade, infatti, che un consigliere comunale di Verona, Andrea Bacciga detto Barzi di Battiti, la lista del sindaco Sboarina, utilizzi il suo primo compenso, 300 euro, per donare in modo semiclandestino, una quindicina di titoli «politicamente scorretti» e di destra -da Pound a Franco Freda a De Felice- alla Biblioteca Civica cittadina. E accade che la Biblioteca gentilmente accetti. Tutto normale. Per Bacciga trattasi solo di un modo «per raccontare tesi e verità messe in secondo piano dalla storia insegnata ai nostri figli». Se non fosse che, accortosi del gesto, il Pd locale e il Movimento 5 Stelle ingaggiano una furiosa colluttazione ideologica, gridano al fascismo, denunciano il «vero volto dell' amministrazione Sboarina (ndr sindaco neoeletto, ex An, dalle file di Forza Italia)». E l' inchiostro polemico della querelle giornalistica schizza a secchiate, finchè qualcuno evoca la «Legge Fiano». Ossia un modo brutale per cancellare quei libri di destra, e punire il Bacciga fascista sedizioso. Se passasse davvero la legge Fiano, così com' è scritta, il sedizioso rischierebbe da 6 mesi a 2 anni di carcere; e, si badi, soltanto per aver pensato di esaltare il fascismo. L' apologia del Duce nella mente di Giove. E qui, da liberale, ho sudato freddo. Nell' evocazione di quel ddl ancora -vivaddio- tenacemente in discussione ho rivisto le fiamme che avvolgevano le pagine di Fahrenheit 451, romanzo di Ray Bradubury che richiamava, a sua volta, i Bücherverbrennungen, i «roghi dei libri» della Germania nazista del 1933. Sembra un paradosso grottesco, lo so. Ma i libri, tutti, dalla Bibbia al Main Kampf, sono la nostra memoria collettiva. I libri sono il metronomo dei popoli. Testimoniano l' eroismo, la sacralità ma anche gli orrori di un' umanità che si eleva, o che inciampa nel suo lato oscuro. Josif Brodskij affermava che «ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli». Sicchè diventa necessario difendere libri platealmente di destra, destabilizzanti, e talora fieramente nazisti da un' idea della soppressione della libertà di pensiero che è, di per sè, molto nazista. Se c' è un dato acclarato è che i lettori sono meno stupidi del quel che si pensi. Se un libro non piace, non lo si legge. Ma negare il diritto alla lettura è il peggiore dei crimini che, involontariamente, la legge Fiano può fomentare. Vale qui lo stesso discorso libertario che molti storici, anche di sinistra, fanno verso la legge contro il negazionismo. Mai vietare. Ora, nel caso di Bacciga, qualcuno parla di una sorta di ripicca, o di casus belli, per sostenere la mozione contro -appunto- il Ddl Fiano che Fratellli d' Italia intende discutere, stasera, a Verona, nell' ambito di un presumibilmente concitato consiglio comunale. Non so se sia vero, se davvero si tratti di una guerra locale fra bande di destra e di sinistra. Ma non è importante. L' importante è riflettere su una legge che, partita da buoni propositi, potrebbe provocare una squarcio nello stato di diritto. Urge, diceva Ray Bradbury, evitare «tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia...». di Francesco Specchia

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