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Divorzio breve, l'Italia

ha i tempi più lunghi

Albina Perri
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Sono passati quasi 40 anni, era il 1970, da quando il divorzio è stato introdotto in Italia e 22 dalle modifiche della legge che permisero di accorciare il tempo necessario, da 5 a 3 anni, per arrivare alla sentenza definitiva. Da un rapporto della Commissione europea, condotto in 45 stati per verificare l'efficienza della giustizia, l'Italia si è aggiudicata la maglia nera per la durata dei procedimenti di divorzio. I dati sono decisamente allarmanti, si calcola, infatti, che per le procedure di primo grado nel nostro Paese occorrono 634 giorni, il doppio di quanto serve in Germania e in Portogallo. Nella classifica, infatti, dopo l'Italia vengono la Francia (447 giorni), il Portogallo (325) e la Germania (321). In Spagna il tempo valutabile per l'ottenimento del divorzio varia fra i tre e i 6 mesi e la pratica può essere sollecitata dopo un minimo di tre mesi dalle nozze. Adesso, un gruppo bipartisan di parlamentari chiede il via libera del Parlamento in tempi rapidi al divorzio breve. Benedetto Della Vedova (Pdl) ha sottolineato che gli attuali tempi lunghi per ottenere il divorzio «hanno, come solo esito, non quello di difendere l'istituto della famiglia, ma di ritardare la piena definizione giuridica dei nuovi rapporti di convivenza». Per Della Vedova è possibile immaginare una riforma della legge, che, mantenendo inalterato il quadro delle garanzie per i coniugi, e prevedendo forme particolari di tutela per il coniuge più debole, possa ridurre il numero di anni che devono intercorrere tra la separazione e il divorzio e rendere più rapide le procedure dei divorzi consensuali.

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