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La pasta al ristorante costa

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3500 volte più che a casa

Albina Perri
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Roma - Che consumare un pasto al ristorante  fosse meno conveniente che farlo in casa è risaputo. Ma che anche mangiare un semplice e salutare piatto di spaghetti al pomodoro, simbolo dell'alimentazione italiana, dallo chef costi la bellezza del 3500% in più è davvero incredibile. I conti, però, sembrano presto fatti. Secondo l'indagine condotta dall' associazione dei consumatori Aduc, un piatto di pasta al sugo di 100 grammi cucinato tra le mura domestiche costa mediamente 0,25 euro, mentre al ristorante, per lo stesso piatto, si devono sborsare in media 9 euro. "Diamo per scontate le osservazioni dei ristoratori: occorre considerare tutte le spese che vengono sostenute, dal personale alle stoviglie”, sottolineano dall'Aduc. “Ma un aumento del 3.500% non è eccessivo? Come si riesce a rilanciare un settore come quello della ristorazione in crisi?". Secondo l'indagine, nei ristoranti romani all'inizio dell'estate, solo nel mese di giugno la percentuale dei clienti è diminuita del 30%. La soluzione per combattere il caro-menù? I ristoratori dovrebbero abbassare i prezzi, visto che "da 15 anni il reddito reale medio non cresce e, invece, i prezzi al ristorante sono lievitati smisuratamente e furbescamente dall'entrata in vigore dell'euro". “I ristoratori “, conclude l'Aduc, “devono mettersi in testa che il periodo delle vacche grasse è finito e che se non vogliono cadere uno dietro l'altro come birilli devono adeguare (diminuire) i prezzi alla mutata realtà economica del Paese”.

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