Effetto Lolita, come liberarsi
dalle bimbe troppo sexy
Quando lo scorso Halloween Gigi Durham aprì la porta di casa per dolcetto scherzetto, si trovò davanti una bimbetta di cinque anni con minigonna, scarpe alte con la zeppa e gli occhi con l'ombretto glitter. “Sono una Bratz”, ha detto la bimba. Durham pensò che la piccola assomigliava a una prostituta bambina che aveva visto una volta in Cambogia. Così inizia il nuovo libro di Durham, l'effetto Lolita, una critica alla sessualità precoce e un manifesto sul come rinunciarvi. Secondo Durham la causa principale di questo effetto è nel mercato che gli sta dietro: il mondo della cosmesi, la moda, le case che producono pillole dimagranti. “L'effetto Lolita inzia con l'idea che i bambini sono esseri sessuali e sessuati. Il sesso è una parte normale e sana della vita, anche di quella dei bambini, ma non in età pre-puberale. E 'importante sottolineare che il sesso porta con sé i diritti e le responsabilità. Nella cultura popolare l'attenzione è rivolta quasi esclusivamente al piacere del maschio, non si parla mai dei desideri delle ragazze". La colpa è poi anche degli adulti che fin da piccole lodano le bambine per la loro bellezza, per i vestiti che indossano, per i loro capelli e non per quello che fanno. Le bambine, dunque, imparano a guardarsi con l'occhio dell'uomo, e a desiderare ciò che desidera il maschio, e a sperare in un complimento sull'aspetto fisico. Da qui l'impegno anche economico per cercare di essere sempre alla moda e sexy. "Possiamo andare verso una società dove si può considerare la sessualità come un impulso umano che si basa sulle relazioni etiche tra le persone, e non solo come qualcosa che produce profitto?"