Saldi, il 2 gennaio
al via a Roma e Milano
Partiranno tra pochi giorni i saldi nelle città italiane: i negozi di Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo saranno i primi ad avviare il 2 gennaio i saldi, il giorno seguente tocca a quelli di Trieste, il 5 gennaio Torino, Genova fino al 10 del mese quando per ultimi anche i commercianti di Aosta inizieranno i loro saldi invernali. Confcommercio stima che sarà di 400 euro la spesa media a famiglia, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro che va ad incidere per il 21% sul fatturato del settore. Nel contesto generalizzato della crisi - osserva Renato Borghi, presidente di Federmoda/Confcommercio - il settore della moda è stato sicuramente tra i più colpiti: le vendite della stagione A/I hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L'ampia offerta quindi di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva. «Nel contesto generalizzato della crisi - osserva Renato Borghi, presidente di Federmoda/Confcommercio - il settore della moda è stato sicuramente tra i più colpiti: le vendite della stagione A/I hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L'ampia offerta quindi di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva». Per il corretto acquisto degli articoli in saldo Confcommercio ricorda alcuni principi di base. Primo, i cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (artt. 128 e ss. del Codice del Consumo d.lgs. 6 settembre 2005 n. 206). In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Secondo, la prova dei capi: non c'è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Terzo, i pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione. Quarto, i prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Salve specifiche disposizioni regionali, è possibile porre in vendita capi non appartenenti alla stagione in corso. Quinto, l'indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Le date, come è noto, sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull'inizio dei saldi. Da un recente sondaggio Format-Confcommercio, è infatti risultato che l'87,2% dei commercianti intervistati è favorevole ad una data unica di inizio dei saldi: «Se ci sono forti consensi per un inizio unificato dei saldi in tutta Italia, non risulta lo stesso sul tema liberalizzazione: lo stesso sondaggio pone al campione di intervistati l'interrogativo se sono o meno favorevoli ai saldi liberi. Le risposte dicono che il 70% degli imprenditori del commercio non sono d'accordo con una totale liberalizzazione dei saldi, in particolare perché per il 55,2% dei commercianti intervistati non porterebbe ad un aumento dei consumi e quindi a maggiori vendite». Borghi non ha dubbi: «È arrivato il momento di mettersi intorno ad un tavolo - dice - e cominciare a ridisegnare le regole per le vendite straordinarie: i saldi non devono essere di "inizio stagione", ma di "fine stagione". Garantire le più ampie possibilità di acquisti a prezzi favorevoli per i consumatori è una priorità che può essere garantita dall'eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali». L'Aduc, l'associazione diritti utenti e consumatori, ha predisposto una sorta di "decalogo" per evitare le truffe: 1) non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato; 2) non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualità della merce di riferimento; 3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale: nessuno regala niente; 4) ricordarsi che prezzi tipo 49,90 euro vuole dire 50 euro e non 49 euro; 5) le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perché siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat; 6) guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più, quelli sintetici meno. La percentuale di composizione può variare notevolmente e incidere sul costo finale; 7) i capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalità di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di ciò che è indicato: la sua esperienza può servire a prevenire spiacevoli sorprese; 8) essere pignoli: di un capo verificare se è di pura lana vergine o di lana, che può essere riciclata. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie; 9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e colori: è molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato; 10) diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo «la merce venduta non si cambia»: esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perché difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Di seguito il calendario dei saldi invernali 2010 nelle regioni italiane: ABRUZZO 5 gennaio - 5 marzo BASILICATA 2 gennaio - 2 marzo CALABRIA 3 gennaio - 28 febbraio CAMPANIA 2 gennaio - 31 marzo EMILIA ROMAGNA 2 gennaio - 6 marzo FRIULI VG 3 gennaio - 31 marzo LAZIO 2 gennaio - 15 febbraio LIGURIA 5 gennaio - 18 febbraio LOMBARDIA 2 gennaio - 2 marzo MARCHE 6 gennaio - 1 marzo MOLISE 2 gennaio - 28 febbraio PIEMONTE 5 gennaio - 1 marzo PUGLIA 5 gennaio - 28 febbraio SARDEGNA 8 gennaio - 8 marzo SICILIA 2 gennaio - 15 marzo TOSCANA 7 gennaio - 7 marzo UMBRIA 7 gennaio - 6 marzo VALLE D'AOSTA 10 gennaio - 31 marzo VENETO 2 gennaio - 28 febbraio BOLZANO 9 gennaio - 20 febbraio TRENTO I commercianti determinano liberamente i periodi in cui effettuare i saldi nella durata di 60 giorni